CROTONE Se da un lato le discariche abusive segnalate dalla Commissione Europea continuano a far maturare multe salatissime all’Italia e alla Calabria (qui la notizia), dall’altro si continua a nascondere la polvere (cioè i rifiuti) sotto il tappeto. Succede ormai da anni, e continua a succedere anche in territori che pure possono contare sulla presenza di loro rappresentanti nei giri della politica che conta. È il caso di Crotone, terra da cui proviene l’assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo. Nonostante nel sottobosco della politica qualcuno abbia chiesto la sua testa dopo l’avvicinamento a Liberi e Uguali, Rizzo è passata indenne dal recente rimpasto di giunta ed è stata dunque riconfermata nell’Oliverio ter. Dal suo territorio di provenienza, però, non arrivano certo segnali incoraggianti in materia di ambiente e in particolare di rifiuti. Crotone infatti risulta maglia nera in quanto a gestione dei rifiuti urbani. In particolare, la banca dati nazionale dell’Ispra fa emergere come riguardo alla raccolta differenziata la terra pitagorica faccia registrare le percentuali più basse della Calabria (18,22%). Ma Crotone, oltre che ultima, risulta anche “muta”: i dati relativi ai rifiuti crotonesi sono infatti conoscibili solo grazie al Catasto regionale gestito dall’Arpacal a cui, comunque, nessun dato è stato trasmesso dal Comune di Crotone nemmeno in occasione della presentazione ufficiale del Report regionale sui rifiuti (qui il comunicato dell’Arpacal). C’è dunque tanto lavoro su cui concentrare gli sforzi di indirizzo politico da parte della (riconfermata) assessore regionale all’Ambiente. A partire dalla “sua” Crotone.
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