La prenotazione nell’hotel del suocero imbarazza Furgiuele

LAMEZIA TERME Domenico Furgiuele, parlamentare calabrese della Lega, non è mai stato indagato per i fatti raccontati dal pentito Vasvi Beluli nelle carte del processo “Gringia”. Eppure c’è un particolare, rivelato ieri dal “Fatto quotidiano”, che rischia di diventare imbarazzante tra quelli riferiti dal killer macedone al soldo della cosca Patania. Beluli, infatti, ha spiegato agli inquirenti che, dopo l’omicidio di Davide Fortuna – ucciso il 6 luglio 2012 mentre si trovava in spiaggia a Vibo con moglie e figli – il commando fu ospitato in un hotel di Lamezia Terme. «Non abbiamo pagato l’albergo – dice Beluli –, anzi la persona che lavorava lì ci ha detto che eravamo ospiti preferiti. Parliamo dell’albergo Phelipe». Il particolare imbarazzante è che, secondo quanto annotano i pm nell’ordinanza di arresto dei killer, «in ordine al pagamento delle stanze, l’incaricato alla reception riferiva che lo stesso non era stato effettuato da alcuno dei tre, poiché ospiti del signor Furgiuele Domenico». Il futuro parlamentare leghista racconterà la propria versione alla Squadra mobile. E spiegherà di aver fatto una cortesia a un capo-cantiere che «mi chiedeva se potevo occuparmi di far ospitare presso l’albergo Phelipe un suo zio proveniente da Roma per una sola sera». L’albergo è di proprietà di Salvatore Mazzei, suocero di Furgiuele, arrestato nell’ottobre 2017 per scontare un cumulo di pene di due anni e undici mesi. Il deputato lametino, attraverso l’ufficio stampa della Lega, ha fatto sapere al Fatto quotidiano di aver prenotato la stanza ma di non aver mai pagato il conto.