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Calabria Verde, una nomina "politica" inguaia Oliverio

Il governatore è indagato per abuso d’ufficio, insieme ad altre cinque persone, dalla Procura di Catanzaro. L’ipotesi accusatoria riguarda il distacco del sindaco di Acquaro, dipendente del Comune …

Pubblicato il: 07/05/2018 – 15:41
Calabria Verde, una nomina "politica" inguaia Oliverio

CATANZARO Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio è indagato per abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro su “Calabria verde”, ente in house della Regione, riguardante il distacco di un dipendente. Lo ha reso noto lo stesso Oliverio. «Mi è stato notificato oggi dalla Guardia di finanza – afferma il governatore in una nota – un “avviso di chiusura delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415 bis del codice di procedura penale con una contestuale informazione di garanzia sul diritto alla difesa ai sensi dell’art. 369 e 369 bis del codice penale” emesso dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Con gli atti mi viene contestato il reato di abuso d’ufficio in relazione al proseguimento di un distacco del signor Barilaro Giuseppe, dipendente del Comune di Francica (Vibo Valentia), presso l’azienda Calabria Verde. Considerandomi estraneo ai fatti contestati – conclude – confido di chiarire quanto prima la mia posizione nelle sedi competenti».
SEI INDAGATI PER UNA NOMINA “POLITICA” Il presidente della giunta regionale non è l’unico a essere finito nel mirino della Procura di Catanzaro. In questo procedimento – uno dei tanti “dedicati” alla gestione di Calabria Verde – sono indagate sei persone. A firmare il provvedimento di chiusura indagini, notificato dalla Guardia di finanza, sono il procuratore capo Nicola Gratteri, gli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Capomolla e il sostituto Alessandro Prontera. Oltre a Oliverio, lo stesso Barilaro è destinatario del provvedimento di chiusura delle indagini. Degli altri indagati non sono stati resi noti, per il momento, i nomi. L’inchiesta riguarda due successivi momenti della vita amministrativa dell’agenzia regionale. Il primo step focalizza l’attenzione sul comando di Barilaro, sindaco di Acquaro, dal Comune di Francica a Calabria Verde, avvenuto nel 2014. Il secondo step, invece, riguarda la proroga del comando, decisa dall’amministrazione nel 2015. In entrambi i casi, secondo l’accusa, dietro il trasferimento del sindaco non c’erano esigenze organizzative dell’ente; la sua cooptazione, infatti, è considerata funzionale a interessi riguardanti il consenso politico-elettorale della maggioranza guidata da Oliverio. Ci si troverebbe, dunque, davanti a un utilizzo distorto dell’Agenzia regionale deputata alla tutela dei boschi. Contestazioni sulle quali si attende, a questo punto, il prossimo passaggio giudiziario: l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio e la successiva (sempre eventuale) pronuncia del gup.

Da sinistra: Oliverio, Barilaro e Michele Mirabello

LA FESTA ELETTORALE Barilaro, come detto, è anche sindaco di Acquaro: è stato rieletto nel giugno del 2015, quando per festeggiare la vittoria elettorale delle amministrative arrivò nel Comune del Vibonese proprio il governatore Oliverio (a lato la foto dei festeggiamenti pubblicata su Gazzetta del Sud). A settembre del 2015 Barilaro è stato poi nominato responsabile dell’Ufficio Forestazione del distretto di Calabria Verde di Serra San Bruno.
M5S: «CHIARISCA DAVANTI AI CALABRESI» «Il governatore Mario Oliverio ha il dovere morale e politico di chiarire all’opinione pubblica, in relazione all’abuso di ufficio che la Procura di Catanzaro gli contesta per il distacco di un dipendente pubblico presso l’azienda regionale Calabria Verde». Lo afferma, in una nota, la senatrice M5s Bianca Laura Granato. «Calabria Verde – prosegue la parlamentare 5stelle – è diventata una polveriera. Dall’informazione apprendiamo che le indagini delle Procure di Castrovillari e Catanzaro ipotizzano un sistema gestionale di abusi, addirittura con presunte ingerenze e influenze del potere regionale, dal capo di gabinetto della Presidenza allo stesso governatore Oliverio». «Per questo motivo – incalza la senatrice M5s – Oliverio ha l’obbligo di chiarire i fatti, intanto in Consiglio regionale. È una questione politica, prima che penale. La giustizia farà il suo corso, ma nel frattempo Oliverio non può trincerarsi dietro a pretesti inaccettabili ed evitare di uscire allo scoperto». «Sarebbero – conclude Granato – pesantemente contraddittori, in caso di silenzio, i frequenti moniti del presidente della Regione sulla legalità e sulla gestione trasparente della cosa pubblica».
«Il governatore Mario Oliverio chiarisca anzitutto ai calabresi» affermano, in una nota, i deputati M5s Giuseppe d’Ippolito, Paolo Parentela e Francesco Sapia. «Oliverio – proseguono i parlamentari 5stelle – ha il dovere di dare precise spiegazioni all’opinione pubblica, fermo restando il suo pieno diritto di difesa. Ciò perché Calabria Verde è ormai un capitolo troppo scottante, come indica l’inchiesta della Procura di Castrovillari sui tagli boschivi, a seguito della quale è finito sotto processo il capo di gabinetto della Presidenza della Regione, da sempre fedelissimo dello stesso governatore». «Se non bastasse, i recenti arresti domiciliari – ricordano i deputati M5s – ordinati nei confronti di una dirigente regionale e di un professionista ritenuti politicamente vicini a Oliverio, nonché l’arresto per presunta appartenenza alla ‘ndrangheta di uno dei finanziatori della sua campagna elettorale per le regionali del 2014, sono argomenti che richiedono senz’altro pronta chiarezza politica, al di là dello specifico penale». «Perciò – concludono D’Ippolito, Parentela e Sapia – Oliverio non si barrichi nel suo proverbiale mutismo e fornisca, sul piano politico, puntuali risposte. In caso contrario penseremo, come tutti gli altri calabresi, che il governatore, molto abituato a firmare protocolli di legalità e a predicare rigore nella gestione pubblica, ritiene insignificante il dovere morale di spiegare alla comunità».

ale. tru.

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