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Bancarotta fraudolenta, sequestro da 3,6 milioni a una famiglia di imprenditori

Il gip di Lamezia ha disposto le misure cautelari per Michele Rutigliano, la moglie e i due figli. Sono accusati di aver emesso fatture false e di aver evaso le tasse. Sigilli a tutte le attività a…

Pubblicato il: 12/06/2018 – 10:46
Bancarotta fraudolenta, sequestro da 3,6 milioni a una famiglia di imprenditori

LAMEZIA TERME I finanzieri del Nucleo di polizia economica-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, coordinati dal procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio e dal sostituto Marta Agostini, hanno eseguito un’ordinanzna di applicazione di misure cautelari personali e reali, emessa dal gip del Tribunale di Lamezia Terme, nei confronti di un sodalizio criminale costituito dai coniugi Michele Rutigliano (61) e Lina Catanzaro (57) e dai loro figli Gioacchino (33) e Domenico (30), denunciati a vario titolo per bancarotta fraudolenta patrimoniale aggravata per più di 2 milioni di euro, nonché per emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta e infedele e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte per la cifra di 1,5 milioni di euro.
Le fiamme gialle hanno sottoposto a sequestro preventivo le somme per un importo complessivo di 3,6 milioni, nonché tutte le attività di impresa, oltre a beni mobili e immobili riconducibili agli indagati. Ai membri della famiglia Rutigliano è stato anche notificato il divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale o di impresa.
Il provvedimento di sequestro trae origine dall’indagine “Operazione luce”, coordinata dalla Procura di Lamezia e che ha preso le mosse dall’approfondimento di alcune operazioni sospette riconducibili a movimenti finanziari di due società lametine attive nel settore fotovoltaico e della carpenteria, entrambe riconducibili alla famiglia Rutigliano. Le indagini hanno permesso di accertare che diverse aziende dei Rutigliano avevano un forte debito nei confronti dell’erario malgrado i cospicui volumi d’affari rilevati. Per mezzo di artifici contabili e manovre finanziarie, le aziende venivano infatti depauperate delle proprie risorse, facendo confluire gli incassi delle fatture emesse su conti correnti personali dei familiari oppure facendo ricorso al finanziamento soci non giustificato.

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