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Tentano una truffa, fermato consigliere comunale di Cinquefrondi

A Marco Cascarano e al titolare di un’azienda agricola è stato notificato un provvedimento di obbligo di dimora. Avrebbero simulato un’estorsione

Pubblicato il: 25/06/2018 – 20:42
Tentano una truffa, fermato consigliere comunale di Cinquefrondi

PALMI Tentata truffa aggravata in concorso. Con questa accusa a due persone è stato notificato dai carabinieri della Compagnia di Taurianova l’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria emessa dal gip del Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura. In particolare si tratta del consigliere comunale di Cinquefrondi Marco Cascarano, 39 anni e Girolamo Carere, 38enne titolare di un’azienda agricola. Il provvedimento nasce da un’indagine condotta dai carabinieri della stazione San Giorgio Morgeto, sotto coordinamento della Procura di Palmi, avviata nel maggio 2017 a seguito del rinvenimento nella cittadina reggina di un mazzo di fiori e dei proiettili calibro 12, nonché di un messaggio di condoglianze, posizionati sul parabrezza di una autovettura parcheggiata in strada e di proprietà di un commerciante locale.
Una vicenda che ha avuto poi un seguito dato, secondo quanto riscostruito dagli inquirenti, che pochi giorni dopo lo stesso uomo ha trovato sul portone di ingresso di un suo famigliare un altro allarmante messaggio intimidatorio.
Proprio a seguito dell’indagine, svolta attraverso analisi tecniche, accertamenti e riscontri investigativi al fine di chiarire il movente degli atti intimidatori, ha consentito agli inquirenti di escludere la matrice estorsiva connessa alla conduzione dell’esercizio commerciale ed anzi ha portato gli investigatori a ricostruire uno scenario diverso, nel quale gli indagati, amici della vittima, hanno intenzionalmente compiuto le minacce al fine di intimorire il commerciante ed ingenerare in lui un pericolo immaginario.
Secondo quanto accertato dai militari, approfittando del timore causato dall’evento, i due hanno raccontato alla vittima circostanze false e ingannevoli, tentando di convincerla a pagare tremila euro in contanti, da suddividere in rate mensili, che poi loro avrebbero dovuto consegnare a terzi soggetti inesistenti, al fine di risolvere bonariamente la situazione di pericolo, in realtà da loro stessi creata.
L’uomo non ha ceduto alle pressioni e non ha quindi consegnato agli indagati il denaro ingiustamente richiesto, i quali, invece, dovranno rispondere del reato di tentata truffa aggravata.

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