«Il sottosegretario all’Ambiente, Salvatore Micillo, ha assicurato la massima attenzione del governo sul caso della centrale a biomasse del Mercure, ubicata nel Parco nazionale del Pollino, per cui il nuovo Ministero ha aperto all’invio di documentazione probatoria sulle tante questioni a riguardo aperte da Comuni, associazioni e Movimento 5stelle». Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Paolo Parentela e Giuseppe D’Ippolito, a conclusione della loro interpellanza urgente, firmata anche da altri deputati calabresi del Movimento 5stelle, sull’esistenza dell’impianto, sulla sua recente vendita al fondo F2i, sui conflitti d’interesse di Enel, precedente proprietario, sui danni all’ecosistema e alla salute, sulle responsabilità del presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, e su possibili appetiti della ‘ndrangheta. Nell’interpellanza, Parentela ha ricostruito la storia della centrale, soffermandosi sulla mancanza di autorizzazioni e sull’Accordo di compensazione promosso al ministero dello Sviluppo economico nel 2015, che il parlamentare si è chiesto se si sia sostanziato in «beneficienza della parrocchia, in uno strumento per comprare il silenzio, in un investimento per le nuove generazioni o in una manifestazione del moggismo italiano». Nella replica al sottosegretario Micillo, D’Ippolito ha dichiarato che «la storia della centrale a biomasse del Mercure grida vendetta, perché in nome del dio degli affari un’area protetta e la sua gente hanno già subìto enormi danni e ferite». «Per troppo tempo – ha detto D’Ippolito – nei palazzi romani non ha destato meraviglia né orrore il fatto che una centrale a biomasse potesse trovarsi dentro un Parco nazionale, né hanno provocato sconcerto e riprovazione del potere pubblico le notizie su fornitori dell’impianto accusati di ‘ndrangheta, sugli allucinogeni della compensazione promossa dal precedente ministero dello Sviluppo economico e sull’Osservatorio ambientale foraggiato da Enel, socio della Fondazione che ha licenziato uno studio rassicurante sui danni alla salute umana delle popolazioni locali». «Oggi, però, il ministro dell’Ambiente e il governo – ha concluso D’Ippolito – ci hanno dato prova che inizia una nuova fase: di pulizia, rigore e rispetto delle regole e delle comunità. Questo è un segnale per l’intero Mezzogiorno, che i governi precedenti avevano marginalizzato per i loro interessi e calcoli elettorali. È un segnale forte, che si aggiunge all’incontro che il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha di recente avuto con l’imprenditore calabrese Antonino De Masi».
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