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«La Cittadella è (troppo) sporca. E nessuno controlla»

Il sindacato Csa-Cisal lancia l’allarme sulle condizione della “casa dei calabresi”. «L’appalto per la pulizia prevede uno standard “alto” ma le condizioni di alcune aree sono indecorose»

Pubblicato il: 28/01/2019 – 11:42
«La Cittadella è (troppo) sporca. E nessuno controlla»

CATANZARO Corridoi pieni di residui di polvere, balconi trasformati in centri raccolta “abusivi” di sigarette, bagni da autogrill del peggior tratto autostradale e ascensori macchiati neanche fosse un film horror. «Lo scenario non è quello di un ufficio di un piccolo ente di una sperduta periferia bensì pervade la Cittadella di Germaneto. La sede della principale istituzione regionale ha pochissimi anni di vita eppure ne dimostra almeno una ventina. Colpa, anche, di una cattiva gestione del servizio pulizie». È quanto si legge in una nota del sindacato Csa-Cisal.
«SERVIZIO DA INCUBO» «Non è questione di essere discoli o maniaci del pulito ma bastano poche immagini per dare bene l’idea delle incontrovertibili carenze del servizio affidato a una ditta esterna. Si tratta della Manital, la terza a subentrare nella convenzione Consip operativa per le pulizie degli uffici regionali. Non è degno – attacca il sindacato Csa-Cisal – che le cosiddette fughe dei pavimenti siano incrostate al tal punto da far invidia agli appartamenti affittati agli studenti universitari fuori sede che notoriamente non sono luccicanti. Per non parlare della presenza di macchie che ormai sembrano fare parte integrante degli arredi. L’impressione di scarsa cura in realtà la si percepisce già percorrendo il lungo viale dell’entrata (da sud) dove incombono i grandi finestroni la cui specifica cura è stata effettuata soltanto nel primo periodo successivo all’inaugurazione della Cittadella. Da svariato tempo non sono lustrati.
I muri sono così imbrattati da aver intaccato la pitturazione originaria. Finanche all’interno degli uffici, sale riunioni e open space lo sporco è palpabile. Fra i corridoi sono ben visibili fuliggine e, addirittura, ciuffi di capelli. Così come è squalificante che i sacchetti dei rifiuti, spesso siano riutilizzati più di una volta cambiandone il verso rispetto al primo impiego e camuffandone eventuali cattivi odori con deodoranti ambientali».
«Se arriviamo ai bagni – prosegue il sindacato – la situazione diventa ancor più delicata. Non solo perché sembra andare di moda un continuo travaso da un piano all’altro dei rotoli di carta igienica sempre più scarseggianti (mentre dovrebbero essere puntualmente garantiti). Esempio raccapricciante è il bagno che dovrebbe essere destinato alle persone disabili . Sciacquone non tirato, scritte con il pennarello da peggiore bettola, carta igienica fuori posto e pavimenti sudici. Nel tour dell’incuria della Cittadella, chi è più pigro e preferisce l’ascensore potrà ammirare le cosiddette “manate” ben impresse (forse anticipando i nuovi rilevatori di presenza voluti dal ministero). A patto che siano funzionanti. Cresce infatti il numero di quelli non attivi, sebbene la gestione costi 21.377,86 euro all’anno. Un fatto che sta creando sempre più fastidi negli spostamenti interni. Non sarà sempre la stessa ditta a dover garantire il funzionamento degli ascensori? Potremmo – aggiunge il sindacato Csa-Cisal – essere ancor più doviziosi di particolari (i giardini interni alla Cittadella che cominciano a manifestare segnali di scarso riguardo o, all’interno, la crescita numerose zone franche), ma preferiamo limitarci a constatare la realtà: la Cittadella è diventata complessivamente troppo sporca per essere l’ufficio pubblico più importante della Calabria. Se questa è “la casa dei calabresi”, allora siamo messi proprio male».
CHI FA IL GIOCO “SPORCO” «Come ricordato – continua la nota –, la Manital è succeduta ad altre due ditte nell’appalto delle pulizie. I dipendenti sono 46. Le condizioni degli uffici meritano un’osservazione franca e trasparente: non tutti i lavoratori svolgono al meglio la propria attività. Fra turni ballerini e propensione all’impegno non certo da imitare, una parte del contingente di addetti alle pulizie lascia a desiderare e il lavoro grava sui lavoratori “valorosi” che invece provano a fare il possibile per rendere gli uffici regionali vivibili. È anche a nome di questi ultimi che il sindacato sta sollevando la questione pulizia non più aggirabile. Dall’altro lato, la ditta può dire di aver fatto tutto il necessario? Ricordiamo che, stando al capitolato speciale d’appalto, lo standard richiesto è “alto”, quindi dovrebbe essere garantito un servizio equivalente a quello riservato agli uffici di rappresentanza».
«I lavoratori – osserva il sindacato Csa-Cisal –, nonostante la successione dei privati nell’esecuzione dell’appalto, non sono mai stati dotati di apposite divise (fatto indecoroso) e ulteriori elementi di riconoscimento (magari anche con un badge, così da rilevarne la presenza). Il minimo in un ambiente di lavoro aperto ad altri impiegati. Inoltre vorremmo sapere se siano osservate tutte le misure prescritte a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, senza tralasciare le norme antinfortunistiche».

«LA DITTA FA A PIENO IL SUO DOVERE?» «Nella descrizione fattuale del sindacato si è detto della scarsità del materiale messo a disposizione (dalla carta igienica ai detersivi per i bagni), mancanze non certo imputabili agli addetti. La Manital – domanda il sindacato – provvede alla fornitura di tutti i materiali di consumo necessari all’espletamento del servizio di pulizie? Qual è la dotazione nei magazzini della ditta? Come mai i materiali non arrivano in giusta misura negli uffici della Cittadella? Perché, allora, gli addetti ne lamentano la carenza? Che fine fanno? È possibile che il capocantiere non si accorge quando manca un prodotto essenziale per effettuare le pulizie? Nemmeno quando, come spesso accade, ne fanno esplicita richiesta gli addetti stessi? Appunto, il capocantiere che è la figura incaricata di supervisionare le operazioni di pulizia in modo che siano eseguite senza sbavature. Tuttavia qui siamo di fronte ad un disastro. E al di là dei prodotti insufficienti, sempre il capocantiere è sicuro – evidenzia il sindacato Csa-Cisal – che i turni degli impiegati siano puntualmente e rigorosamente rispettati? La sua funzione di vigilanza al cospetto di questo livello di degrado visibile ad occhio nudo nella Cittadella regionale è svolta al meglio?».
«TANTO PAGA PANTALONE» Da quanto appreso dal sindacato, «l’anno scorso (2018) la spesa per i servizi di pulizia presso gli uffici della sola Cittadella è ammontata ad euro 671.256,47. Circa 56mila euro al mese. A questi, sommando gli altri servizi (ascensori, impianti di riscaldamento e elettrico, facchinaggio, manutenzione…) si arriva alla ragguardevole cifra di oltre 1,6 milioni di euro. Stessi identici importi sono stati stanziati per l’anno appena iniziato (2019). Cifre ragguardevoli pagate alla ditta. Poiché sono soldi pubblici, possibile che nessuno dell’amministrazione si preoccupi di verificare se siano tutti pienamente meritati? È stato nominato il Dec (direttore di esecuzione del contratto) per monitorare il rispetto del capitolato dell’offerta tecnica? Non nutriamo dubbi – incalza il sindacato Csa-Cisal – che in presenza di tale figura, in presenza di questo stato di sporco e non perfetta gestione del personale addetto alle pulizie, la musica potrebbe cambiare. Partirebbero diffide, penali e forse la minaccia della risoluzione. Non per un acritico pregiudizio verso la ditta privata, ma perché i soldi pubblici si guadagnano centesimo per centesimo. 56 mila euro al mese non sono pochi. Invece, come al solito, il controllo del pubblico sul privato sembra ispirato alla logica “del tanto paga pantalone”. Quindi, pure se il servizio è scadente si tollera qualunque cosa. Devono arrivare le blatte e le formiche prima di intervenire? Nel frattempo il Rup (responsabile unico del procedimento) per la Regione prenda in mano la situazione convocando formalmente il capocantiere e i vertici della ditta chiedendo spiegazioni su tale stato di cose. Così non si può andare più avanti. Cosa dovrebbe pensare un visitatore esterno quando vede bagni, ascensori, corridoi e scale in questa situazione di sporco e, soprattutto, qualcuno pensa ai dipendenti della Regione che ci vivono negli uffici della Cittadella? Possibile che non possano contare su ambienti lavorativi salubri e puliti pur se sono spesi parecchi soldi dei contribuenti calabresi?».
ORA BASTA Il sindacato Csa-Cisal rivolge un appello pure ai dipendenti regionali: «Il servizio di pulizie non irreprensibile non autorizza licenze di sporcizia. Come ad esempio lasciare i bagni inservibili o, sui balconi, depositare senza remore grandi quantitativi di mozziconi di sigarette (non si potrebbe nemmeno in strada all’aperto). Più o meno si passa lo stesso tempo in ufficio e in casa,purtroppo determinate condotte non sembrano considerarlo. Per il resto invitiamo la Regione e la Manital, ognuno per le sue competenze, a concordare tutti gli interventi necessari, anche i più incisivi, per ristabilire l’osservanza della corretta esecuzione del contratto delle pulizie. Si arrivi al più presto a definire un’immediata operazione con cui rimuovere la sporcizia appena denunciata dal sindacato. Dai muri ai balconi, dalle scale ai corridoi e dagli uffici fino agli ascensori. La Calabria non merita la sua sede istituzionale in queste condizioni».

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