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La maledizione dell'Anticorruzione: «Rinuncia anche la nuova dirigente»

Stando a quanto rivela il Csa-Cisal, la responsabile nominata appena dieci giorni fa avrebbe già deciso di rinunciare all’incarico. Il sindacato: «Non vorremmo ci fosse una strategia per impedire a…

Pubblicato il: 14/02/2019 – 11:53
La maledizione dell'Anticorruzione: «Rinuncia anche la nuova dirigente»

CATANZARO La maledizione del responsabile dell’Anticorruzione colpisce ancora alla Cittadella. L’incarico è stato affidato appena dieci giorni fa, con delibera della giunta regionale, a Giovanna La Terra, ma la dirigente avrebbe già deciso di rinunciare. «A quanto pare – rivela il sindacato Csa-Cisal – Giovanna La Terra, l’11 febbraio scorso, avrebbe inviato alla Giunta regionale, all’assessore e al dirigente generale del personale una lettera con cui spiegava le motivazioni del passo indietro». Alla base, secondo il sindacato, ci sarebbe la polemica relativa all’accusa di un indebito oggettivo contestato a La Terra quando rivestiva ancora il ruolo di dirigente al Comune di Gioia Tauro, ma «sullo sfondo, pare che il sortilegio su questo delicato ufficio dell’Ente sia ben visto (se non orchestrato) da qualche lucida mente della burocrazia regionale».
LA RINUNCIA E LE POLEMICHE «I fatti contestati a Giovanna La Terra, all’epoca dell’incarico nel Comune gioiese, non hanno portato ad alcuna condanna giudiziaria idonea – osserva il Csa Cisal – ad impedire alla stessa di essere poi nominata dalla Giunta lo scorso 4 febbraio come nuova Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. A proposito – domanda il sindacato – è possibile sapere se il decreto di nomina (successivo alla delibera di individuazione) è stato mai trasmesso all’incaricata? Di fatto, ci risulta che la La Terra non si sia mai insediata come RPCT, e probabilmente non lo farà più alla luce della fresca rinuncia. Fra l’investitura avvenuta con la delibera dell’esecutivo e l’effettiva assunzione dell’incarico c’è stato tempo e spazio per veicolare sospetti su una nomina forse non particolarmente gradita. Eppure crediamo che dopo tutte le polemiche sorte in questi anni intorno a questo delicato ufficio l’amministrazione abbia effettuato tutti i controlli e le verifiche del caso. Possibile che si sia proceduto alla rinfusa?».
LE DOMANDE INEVASE SULLA EX Tra l’altro la delibera di Giunta con cui La Terra è stata individuata come nuova responsabile dell’Anticorruzione portava anche la firma, e quindi il parere favorevole, del dirigente del settore “Gestione Giuridica del Personale”. «Se ci fossero stati ostacoli (inconferibilità o incompatibilità), crediamo proprio – rileva il Csa Cisal – che un dirigente dell’esperienza di Sergio Tassone non avrebbe esitato a non firmare. Così come hanno dato il via libera e vergato il provvedimento sia il dirigente generale Bruno Zito e sia l’assessore al personale Maria Teresa Fragomeni. Semmai – ricorda il sindacato – la firma del settore “Gestione Giuridica del Personale” è clamorosamente mancata al momento della nomina del Responsabile Anticorruzione uscente, ma non uscita, Francesca Palumbo. Un fatto, quello della palese incongruenza della delibera numero 30 del 31 gennaio 2017 che, nonostante le richieste di trasparenza avanzate dal sindacato (guarda un po’, stiamo parlando dell’Anticorruzione e Trasparenza), non è stato mai chiarito da chi di dovere». Nessuno ha mai spiegato, insomma, «come mai il corpo dell’atto contenesse l’affermazione della “completezza dell’istruttoria” e la conferma della regolarità amministrativa da parte del dirigente della “Gestione Giuridica del Personale” seppure nel frontespizio mancasse la sua firma». «Un’incoerenza grande quanto una casa», secondo l’organizzazione sindacale.
COSA SUCCEDE ORA? Il silenzio della Regione sulla vicenda è stato, a parere del Csa Cisal, «tremendamente corrosivo del concetto di trasparenza su cui dovrebbe essere invece imperniato il delicato ufficio». «Che figura sta già facendo la Regione con l’Anac? Dopo la rinuncia di Giovanna La Terra cosa accadrà? Resterà tutto inalterato con Francesca Palumbo, seppur dimissionaria, “costretta” a restare per non lasciare scoperto il ruolo di nuovo vacante? Domande – osserva il sindacato – che devono trovare un’immediata risposta da parte dell’Ente. Su una nomina di questo tipo non è ammissibile che la Regione Calabria non chiarisca in maniera lineare tutte queste legittime perplessità. Se servirà, non è escluso che prossimamente provvederemo a rendere note per esteso le motivazioni dell’ultima rinuncia, così tutti i calabresi si faranno una propria idea di quanto sta accadendo. E non sappiamo se sarà buona. Non ci stancheremo mai di ricordare come l’immagine data all’esterno incida tanto sulla credibilità della Regione. Le plurime dimissioni in successione, gli enigmi sugli atti di nomina sono fatti che minacciano di creare ombre e sospetti sull’incarico del Responsabile Anticorruzione e Trasparenza che invece dovrebbe essere cristallino come l’acqua. Non vorremmo – conclude il Csa Cisal – che questi inciampi, questa scarsa chiarezza nasconda in realtà una precisa strategia tesa ad impedire l’accesso a qualcuno non facente parte di qualche “cerchio magico” ad atti e a documenti che non fanno dormire i sonni tranquilli agli inquilini dei piani alti della Cittadella regionale».

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