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«Burocrazia creativa alla Regione, dirigente nominata “a invito”»

Nuovo capitolo nella saga dell’Anticorruzione. Il Csa-Cisal racconta la conferma di Palumbo dopo le dimissioni di La Terra. «Richiesta di proseguire nell’incarico firmata dalla dirigente protagonis…

Pubblicato il: 25/02/2019 – 11:47
«Burocrazia creativa alla Regione, dirigente nominata “a invito”»

CATANZARO «Sarà che si avvicina il Carnevale e quindi ogni scherzo vale, ma questa volta ai piani alti della Regione hanno decisamente esagerato». Lo scrive il sindacato CSA-Cisal che si era già occupato delle traversie sorte sulla figura del Responsabile dell’Anticorruzione (Rpct) della Cittadella parlando di «maledizione, tra dimissioni a catena, lungaggini nell’individuare il sostituto e buchi di trasparenza nei vari passaggi burocratici. Però, pochissimi giorni fa, siamo passati ad un livello superiore: un’arlecchinata. Abbiamo appreso che il “nuovo” dirigente si può nominare a “invito”».
«LA EX DIMISSIONARIA “PENTITA”» Prima però occorre fare un breve passo indietro per capire meglio i contorni della vicenda. Il 4 febbraio scorso la giunta individua come nuovo Rpct Giovanna La Terra. «Tuttavia – scrive il sindacato – il decreto presidenziale di nomina tarda ad essere notificato alla diretta interessata che nel frattempo subisce “pressioni mediatiche” attraverso cui si rimesta nel suo passato. La Terra decide così di rinunciare all’incarico comunicandolo con una lettera assertiva in cui non a caso parlava di clima “creato ad arte” da alcuni membri della macchina amministrativa. In tutto questo La Terra non si è mai insediata come Rpct. Il ruolo è stato ricoperto dalla ex dimissionaria (pentita?) Francesca Palumbo, su cui peraltro il sindacato attende tuttora risposte, più volte richieste e altrettante volte eluse, sulla legittimità della sua precedente nomina (avvenuta nel 2017) visti i circostanziati rilievi di un autorevole dirigente regionale. E oggi il sindacato CSA-Cisal è costretto a porre nuovi quesiti poiché, a quanto pare, Palumbo è destinata a proseguire come Responsabile dell’Anticorruzione senza soluzione di continuità».
IL DIRITTO CREATIVO DELLA REGIONE: DIRIGENTI “AD INVITO” Il sindacato spiega la questione nel dettaglio: «In una circolare inviata il 20 febbraio scorso ai direttori generali dei dipartimenti e diversi dirigenti di settore, Palumbo esorta questi ultimi agli adempimenti necessari per gli aggiornamenti del Piano triennale anticorruzione (2019/21). Cioè assolve al principale compito che la legge affida al Rpct. Ed è in questo contesto che si scopre l’imponderabile. All’interno della circolare si legge: “La Giunta regionale, nella seduta del 15 febbraio, nel prendere atto della circostanza che l’assessore Fragomeni ha portato a conoscenza l’Organo di Indirizzo Politico della rinuncia della dott.ssa Giovanna La Terra all’incarico di Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, ha invitato, tra l’altro, la scrivente a proseguire nell’incarico fino alla nomina del nuovo Responsabile”. “Ha invitato”, abbiamo letto bene – si domanda il Csa-Cisal –? Insomma, l’assessore al Personale Fragomeni, nel corso di una recente seduta dell’esecutivo regionale, avrebbe “re-incaricato” Palumbo, in una sorta di pourparler, di guidare l’ufficio dell’Anticorruzione. Così, come se fosse una chiacchiera da bar fra due amiche, ad una tavolata di assessori, che si accordano per andare a cena insieme. Senza lo straccio di un atto formale e di una delibera, osserva il sindacato CSA-Cisal. Siamo allo stupro del diritto amministrativo. Pensavamo di aver raggiunto l’apice del paradosso quando con “estratti di verbale” di sedute della giunta, nel recente passato, si sono bandite selezioni di dirigenti (per cui è invece necessaria una delibera) o addirittura si è tentato di spostare competenze da un settore all’altro (vedi il caso di Agenda Digitale). Ora siamo arrivati all’investitura dirigenziale per “invito”. L’assessore proponente si è domandato di ciò che rappresenta questo modo di agire? Possibile che non abbia destato alcun imbarazzo che la circolare “dell’invito a proseguire” sia firmata dalla diretta interessata (incaricata), ossia la stessa Palumbo? Palumbo che si era dimessa da Rpct negli ultimi mesi del 2018 e solo dopo parecchie sedute la Giunta aveva preso atto delle sue dimissioni. Dopodiché si è proceduto alla manifestazione d’interesse con cui era stata individuata La Terra. In tutto questo Palumbo non poteva essere più considerata Responsabile dell’Anticorruzione regionale poiché decaduta con l’avvio della selezione». 
«Come si fa a dire – chiede il sindacato – che ora prosegue nell’incarico? La giunta, al massimo, preso atto delle successive dimissioni di La Terra, avrebbe dovuto procedere con un’altra manifestazione d’interesse rivolta ai dirigenti. E lo doveva fare solo e soltanto con una delibera, non certo con una circolare interna agli uffici della Cittadella. Eppure di tutto questo non c’è traccia nel resoconto del 15 febbraio dell’attività della Giunta. C’era forse qualcosa da nascondere? E, in ogni caso, l’individuazione di un dirigente avviene sempre con un atto deliberativo dell’esecutivo».
«QUALCUNO DIA TRASPARENZA ALL’UFFICIO DELLA TRASPARENZA DELLA REGIONE» «Con un “precedente” del genere – prosegue la nota – qualsiasi persona potrebbe accampare la pretesa di essere nominato dirigente “ad invito” su proposta di un assessore. È il delirio. Anzi, l’inferno visto che stiamo parlando della nomina del Responsabile della Prevenzione Anticorruzione e della Trasparenza. Lo scandiamo bene perché tutte queste brutalizzazioni giuridiche ci fanno ormai dubitare di tutto. Chi non vuole – si chiede ancora una volta il sindacato – che si metta mano all’Anticorruzione regionale? Ma si è davvero così sicuri dell’assoluta assenza di controlli e dell’impunità? L’Anac vuole leggere tutte queste carte? Ha per caso intenzione di intervenire sulla Regione Calabria o vuol continuare a girare lo sguardo altrove? Perché ciò che sta avvenendo è talmente macroscopico che non si spiega più questa cecità di fronte ai fulmini di irregolarità. L’Anac, che è composta da uomini – non è una entità astratta –, della questione calabrese ne è informata o non ne ha sentito parlare, almeno attraverso gli organi di stampa? L’Anac si confronta con la Procura? Ha sentito dire della pericolosità dei colletti bianchi? Basta con questa cappa soffocante dell’apparato burocratico che fa danni quanto un’organizzazione criminale. Il sindacato CSA-Cisal si rivolge pure al presidente Mario Oliverio. Capiamo benissimo la difficoltà del momento. Si nota anche all’esterno il timore di firmare atti amministrativi, ma non per questo tutto può rimanere bloccato. Non per questo, essendo ancora nel pieno delle sue funzioni, può consentire che la sua Giunta possa compiere tali abomini. Basta strafalcioni dell’esecutivo. Quelli dell’assessore al Personale stanno diventando troppi, compreso quello di annunciare ai quattro venti una profonda riorganizzazione delle strutture della Regione dimenticandosi però di interpellare la controparte sindacale». 
«È necessario – prosegue infine la nota – che il presidente intervenga sulla vicenda della Responsabile dell’Anticorruzione in prima persona per rimettere le cose nel giusto ordine e tornare nel solco della legalità. Altrimenti dovremmo osservare che è proprio vero che la Regione è senza guida politica e sta andando alla deriva in mano a un “circolo magico” che si sente al di sopra pure della legge».

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