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Usb contro la triade: «La precarietà nei call center l’avete voluta voi…»

Il sindacato critica Cgil, Cisl e Uil per aver sottoscritto accordi che hanno compromesso i diritti dei lavoratori

Pubblicato il: 28/02/2019 – 9:41
Usb contro la triade: «La precarietà nei call center l’avete voluta voi…»

CATANZARO  Il sindacato autonomo Usb critica le confederazioni in merito alla vertenza Abramo Call Center, l’azienda che ha comunicato la possibilità di 600 licenziamenti, in aggiunta ai 400 contratti non rinnovati, in seguito al taglio delle commesse da parte di Tim. «Ogni giorno – scrive l’Usb – assistiamo al balletto delle organizzazioni sindacali concertative che “ piangono” per i posti di lavoro che nei vari call center, oggi quelli di Crotone ieri Catanzaro, si perdono. Vorremmo solo ricordare a questi signori concertativi, che il precariato cosi come definito nei call center è stato creato da loro stessi e dai vari accordi sottoscritti, quelli che firmano contratti collettivi nazionali dove solo loro possono discutere di materie di lavoro dove nessuno può sindacare, poi quando tutto il sistema crolla arriva il pianto antico di questi pseudo sindacalisti. Quando sottoscrissero accordi sul precariato sapevano benissimo che nel parlare comune, nel modo di lavorare come precario questi soggetti venivano già etichettati come lavoratori che si trovano in una condizione lavorativa caratterizzata da incertezza, instabilità o provvisorietà. Ora si inventano paladini e difensori di cosa?». L’Usb prosegue: «A Catanzaro al call center Abramo, come al solito in materia di lavoro siamo sempre un passo avanti, qua si licenziano lavoratori non graditi ai capetti che si aggirano ogni giorno tra i “loculi” angusti, poco illuminati, poco arieggiati con soffitti ribassati come nelle “batterie dei polli”. Lavoro a basso costo ed a bassissimi diritti sindacali riconosciuti – sostiene il sindacato autonomo – sempre ringraziando gli accordi delle organizzazioni concertative; lavoratrici che a Catanzaro hanno dato tutta una vita davanti ai monitor e con cuffiette dalla mattina alla sera e oggi senza possibilità di fruire di ammortizzatori sociali (hanno sottoscritto questo ) sono stati messi in burletta in mezzo a una strada, lavoratrici che subiscono sulla loro pelle ogni vento di crisi, ogni stato d’animo di chi li amministra».
 

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