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«In Regione le performance sono ostaggio di qualche dirigente»

Nuova denuncia del sindacato Csa-Cisal: «Non ancora approvato il piano 2019-2021, dirigenti e dipendenti sono senza “obiettivi”»

Pubblicato il: 23/03/2019 – 14:57
«In Regione le performance sono ostaggio di qualche dirigente»

CATANZARO «Che fine ha fatto la programmazione? Che fine ha fatto la determinazione degli obiettivi e di conseguenza la possibilità di verificarne il raggiungimento? Che fine ha fatto il rispetto per i dipendenti regionali che a tre mesi dall’inizio del nuovo anno non sono messi nelle condizioni di conoscere gli elementi su cui saranno valutati e quindi premiati o penalizzati? Tale situazione di incertezza – mette in luce il sindacato Csa-Cisal – è figlia della mancata approvazione completa del Piano della Performance 2019-2021».
«La scadenza prevista dalla legge, il 31 gennaio del nuovo anno – prosegue la nota –, è stata ampiamente superata. Il viaggio nell’ignoto amministrativo crea scompensi a tutti i livelli della Regione. Dirigenti, e a cascata tutti gli altri dipendenti, si ritrovano ad operare senza una rotta ben definita dal Piano della Performance. È come un viaggio che va avanti più per inerzia che verso una reale meta. Una situazione pericolosa che causa subbuglio fra il personale e che a quanto pare non è più tollerata nemmeno dagli organismi di controllo. A riprova di questo, l’Oiv (Organismo Indipendente di Valutazione) ha da poco assunto una dura presa di posizione sulla vicenda».
LA BACCHETTATA DELL’OIV PER IL RITARDO «I tre membri dell’Oiv, consapevoli della gravità dell’inadempimento sul Piano della Performance ormai in ritardo di due mesi – aggiunge la nota –, hanno scritto un duro richiamo. Rivolgendosi direttamente alla giunta (che adotta la delibera e gli allegati) e i dirigenti interessati alla sua stesura, l’Oiv il 14 marzo scorso ha scritto: “Ancora una volta questo organismo deve ricordare che l’approvazione e la pubblicazione tempestiva del piano della performance e l’assegnazione degli obiettivi al personale sono condizioni essenziali e inderogabili per il regolare avvio del ciclo della performance: la loro assenza (o il ritardo) inficia l’attivazione dei meccanismi di valutazione e si ripercuote negativamente, a valle, anche sull’applicazione degli istituti premiali, senza che le Amministrazioni possano invocare esimenti tali da consentire l’erogazione di questi ultimi”. Un rigoroso sollecito che non ha bisogno di particolari interpretazioni. Ed ancor più grave – sottolinea il sindacato Csa-Cisal – proprio perché arriva dall’organismo indipendente di valutazione. Infatti l’Oiv è proprio il soggetto deputato a monitorare il funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni. Oltre a questo, guarda caso, valida la relazione (a valle) della performance partecipando appunto a quel ciclo della valutazione necessario a controllare chi abbia fatto cosa (e come) all’interno dell’ente pubblico. In altre parole, non si può capire se, in questo momento, l’amministrazione stia perseguendo i suoi obiettivi o meno».
CHI RALLENTA L’ADOZIONE DEL PIANO? «L’Oiv nella lettera appena richiamata dal sindacato ha ricordato un altro aspetto, ossia: “le specifiche responsabilità poste a carico dei titolari degli organi e dei dirigenti che risultino avere concorso, per omissione o inerzia, alla mancata adozione del piano”. A questo punto è necessario capire lo stato dell’arte del Piano della Performance 2019-2021. Il documento è composto dalla delibera di approvazione della Giunta e da tre allegati contenenti le varie declinazioni della performance. La prima stranezza – registra il sindacato – è avvenuta con l’adozione della delibera di approvazione da parte dell’esecutivo regionale soltanto il 4 febbraio (non il 31 gennaio come da scadenza, peraltro “rispettata” l’anno scorso). Sottacendo l’altra difformità del caso, già segnalata dal sindacato, ovverosia l’incredibile anomalia di delibere della Giunta non formalizzate pur se adottate da mesi a causa di un discutibilissimo disciplinare che “regola” i lavori dell’esecutivo, purtroppo mancano i tre allegati che sono la sostanza del provvedimento. Senza i tre atti connessi e sostanziali non c’è il vero e definitivo Piano della Performance. Da quanto appreso dal sindacato soltanto l’allegato 2, obiettivi operativi che misurano la performance organizzativa dei settori, elaborato dal “Controllo di Gestione”, è stato redatto entro i termini. Gli altri due (allegati 1 e 3) risultano incagliati presso il “Controllo Strategico”. Possiamo capire – si domanda il sindacato – cosa si stia facendo con i documenti trattenuti da questo settore? Qualcuno vuole essere così trasparente da circoscrivere le ragioni che hanno causato l’inadempimento di legge, stigmatizzato ormai da più parti all’interno della Regione Calabria? Mancano dei dati, l’istruttoria è incompleta o ci sono altre motivazioni che frenano la predisposizione di tutti gli atti necessari per completare il Piano della Performance? Inoltre – rimarca il sindacato – non si tratta dell’unica lacuna. Se con il Piano della Performance denunciamo il forte ritardo, addirittura sul nuovo regolamento per il nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance (Smivap) siamo alla totale elusione. E dire che sono ormai trascorsi due anni dall’entrata in vigore della Madia. Forse qualche dirigente non gradisce le nuove regole generali sulla performance?
IL SUSSULTO NECESSARIO «Tornando alla questione principale – dichiara il Csa-Cisal – non può essere utilizzato come esimente il fatto che nel 2018 il Piano della Performance venne poi formalizzato soltanto il 9 maggio. Allora come oggi siamo di fronte al (grave) mancato ottemperamento di una norma nazionale che penalizza la “certezza” lavorativa del personale che non sa come sarà valutato e se potrà accedere agli istituti premiali. Non è che c’è qualcuno che come l’anno scorso vuole fare il bis ed arrivare in pratica a metà anno prima dell’approvazione piena del Piano della Performance? C’è qualcuno – si interroga il sindacato – che nutre interesse a lasciare questa situazione di indeterminatezza? È veramente un peccato che nell’ultimo anno della legislatura prima delle elezioni la parte amministrativa della Regione non sia messa nelle condizioni di stabilire degli obiettivi concreti e misurabili. Un altro pessimo segnale di scarso interesse verso il personale che viene così destabilizzato. Sfidiamo chiunque a prestare la propria attività lavorativa al meglio senza sapere il fine (in questo caso supremo, poiché Pubblico) dei propri sforzi. Il ritardo del Piano della Performance pregiudica, proprio in questi termini, l’efficacia e l’efficienza dell’azione pubblica dell’Ente. Inoltre, non si fornisce ai cittadini uno strumento attraverso cui, in modo trasparente, poter valutare se l’Amministrazione stia procedendo bene o sia lontana dagli obiettivi fissati; se i soldi pubblici siano impiegati correttamente o meno. Per tutte queste ragioni il sindacato Csa-Cisal chiede formalmente che si proceda al più presto al completamento di tutte le parti che compongono il Piano della Performance 2019-2021 affinché sia deliberato al più presto dalla giunta regionale, i cui membri, a questo punto, dovrebbero dare un impulso risoluto a rispettare la normativa. Anzi, è la stessa disciplina nazionale a chiamare in causa l’organo di indirizzo-politico (quindi i membri della Giunta a cui rispondono gli uffici competenti in materia) affinché non resti inerte a fronte di ritardi o di omissioni sul Piano della Performance. La violazione della norma si è già consumata, così come si sta configurando il danno potenziale nei confronti dei lavoratori per cui sono a rischio gli istituti di premialità, per questo – chiede con forza il sindacato – devono essere da subito individuati i singoli responsabili di questi ritardi. Non con meri e inefficaci richiami verbali ma attivando tutte le procedure del caso. Non fosse altro per il principio che l’inadempienza di pochi non può ricadere su migliaia di dipendenti».

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