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Europee, Graziano cerca candidati: invano

Riunione a Lamezia tra il commissario e tutti i dirigenti del partito. Chiesti tre nomi. Ma per adesso i consiglieri regionali prendono tempo. Si sgonfia il caso Vibo. Cresce quello Corigliano Rossano

Pubblicato il: 01/04/2019 – 20:48
Europee, Graziano cerca candidati: invano

di Pietro Bellantoni
LAMEZIA TERME
 «Il Pd calabrese governa la Regione, la Città metropolitana di Reggio e la Provincia di Cosenza ed esprime 9 consiglieri regionali. Per questo non può esimersi dal presentare candidati alle Europee». È suonato più o meno così il messaggio che il commissario regionale Stefano Graziano ha recapitato a tutti i big del partito riuniti questo pomeriggio a Lamezia. La richiesta è stata anzi ancor più specifica: «Roma vuole tre candidati, due uomini e una donna o due donne e un uomo».
Ma le richieste della segreteria Zingaretti, per ora, sono cadute nel vuoto. Nessuno dei maggiorenti riuniti nella sede regionale si è fatto avanti per accogliere l’invito di Graziano. E dire che la platea dem era piuttosto nutrita: erano presenti i consiglieri regionali Romeo, Aieta, Mirabello, Guccione, Battaglia e Bevacqua, il presidente di Palazzo Campanella Irto, i parlamentari Magorno e Bruno Bossio, il presidente della Provincia di Cosenza Iacucci, i segretari provinciali Guglielmelli (Cosenza) e Insardà (Vibo). Nessuno di loro si è detto disponibile ad accettare la sfida. E c’è da capirli.
Nella circoscrizione Sud (Calabria, Campania, Puglia e Basilicata) concorrono europarlamentari uscenti come Picierno, Cozzolino e Paolucci, reduci dal 40% ottenuto dal partito di Renzi nel 2014. Oggi le condizioni del Pd sono radicalmente mutate, e il rischio è di andare incontro a una sonora bocciatura nelle urne. Un’eventualità che i consiglieri regionali non intendono affrontare, dal momento che la mancata affermazione a Strasburgo potrebbe compromettere la corsa per una rielezione nell’assemblea calabrese.
CORIGLIANO E VIBO Graziano, tuttavia, non sembra intenzionato a mollare. Tant’è che la riunione è stata aggiornata alle prossime settimane. Pare che la segreteria romana abbia chiesto in via ufficiosa la candidatura di Irto e Romeo, ma per il momento i due consiglieri preferiscono tenersi defilati in attesa che il quadro si chiarisca.
Più nitida appare, invece, la questione legata alle Amministrative di Vibo. Nel corso della riunione, Graziano ha ribadito la posizione del partito e il veto all’entrata del Pd in una coalizione, quella che supporta il candidato sindaco Luciano, in cui sia presente il simbolo dei Sovranisti. Una nuova puntualizzazione che ha trovato il favore dei vibonesi presenti, Mirabello e Insardà.
Graziano non ha solo affrontato il tema delle Europee, ma ha anche chiesto un surplus di impegno in occasione delle prossime Amministrative e, in particolare, nei centri più grossi dove si andrà al voto: Vibo, Corigliano Rossano, Rende e Gioia Tauro.
Il commissario ha cercato di portare unità soprattutto a Corigliano Rossano, dove il Pd schiera Promenzio quale candidato ufficiale del partito. Sul punto, però, si sono registrate posizioni differenziate, tra cui quella di Bevacqua, che ha rivendicato la libertà di avere mani libere. Chiaro segno della sua volontà di appoggiare il candidato civico Stasi.
Bevacqua ha avanzato anche un altro problema politico: l’alleanza, a suo parere innaturale, tra il Pd e gli Sculco alle prossime Provinciali di Crotone.
LE CANDIDATURE Il consigliere cosentino è poi tornato sulle candidature alle Europee, e ha chiesto espressamente che sia il governatore Oliverio (assente alla riunione benché invitato) a farsi carico della scelta dei nomi, da pescare o tra gli assessori o tra i consiglieri regionali.
Più o meno la stessa richiesta arrivata da Battaglia, secondo cui la mozione Zingaretti, trionfatrice al congresso, dovrebbe occuparsi della selezione dei candidati da schierare.
E se per Guccione le Europee daranno risultati che avranno un significato per le prossime Regionali, Bruno Bossio, così come Irto e Romeo, ha aperto alla possibilità di candidare autorevoli esponenti della società civile.
Insomma, tante ipotesi, ma per adesso nessuno sembra pronto a immolarsi per far piacere a Zingaretti. (p.bellantoni@corrierecal.it)

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