Le notizie provenienti da Roma e dai tavoli ministeriali, in ordine all’ipotesi di un nuovo blocco del turnover, rappresentano il delinearsi di un colpo mortale ai diritti dei calabresi.
Lo stesso governo che vara quota cento, ed alimenta una evidente necessità di rimpiazzare centinaia di operatori della sanità, senza tenere peraltro conto delle procedure concorsuali avviate dopo anni di blocco, oggi avvia la nostra terra verso un nuovo stop che avrà conseguenze drammatiche in ordine alla possibilità di erogare i livelli essenziali di assistenza ai cittadini calabresi.
Il combinato disposto fra riforma pensionistica e blocco del turnover porterà la sanità calabrese alla paralisi totale.
Peraltro giova ricordare che la scelta ventilata dai tavoli ministeriali viene proprio dopo settimane in cui si sono susseguite notizie ed indiscrezioni sul famigerato “decreto speciale” per la Calabria, da emanarsi in violazione evidente di competenze ed attribuzioni stabilite da principi di rango costituzionale al solo dichiarato fine di intervenire sulle nomine e sulla gestione delle aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi.
Va del resto constatato come il governo in carica, sedicente “del cambiamento”, sia posto con questi atti in perfetta sintonia con le precedenti, distruttive gestioni, infliggendo colpi mortali ai diritti dei calabresi in conformità a quanto è accaduto in questi dieci lunghissimi e disastrosi anni di commissariamento.
*Consigliere regionale, presidente commissione Sanità
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