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Tizian: «il giornalista non è un eroe, ma ha il compito di informare»

Giornalismo e mafia, una due giorni della fondazione trame che incontra il cronista di origine calabrese

Pubblicato il: 15/04/2019 – 14:58
Tizian: «il giornalista non è un eroe, ma ha il compito di informare»

LAMEZIA TERME Due giornate intense a Lamezia Terme con Giovanni Tizian, giornalista de L’Espresso che è stato protagonista di due appuntamenti promossi da “Trame”.
Venerdì mattina il giornalista ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico Galileo Galilei in occasione di #trameoff – intervista con le storie, percorso che la Fondazione Trame e l’Associazione Antiracket Lamezia Onlus dedicano alle scuole del territorio.
Il giornalista di origine calabrese è stato intervistato da alcune classi del liceo sui temi del suo libro “Rinnega tuo padre”, un testo che ha colpito molto i ragazzi, perché tratta della sperimentazione portata avanti dal Tribunale dei minori di Reggio Calabria e dal Giudice Di Bella che ebbe l’intuizione di separare i figli dei mafiosi dalle proprie famiglie per garantire loro un futuro migliore e, prima ancora, una scelta: «Prendere dei ragazzi giovanissimi e insegnargli fin da piccoli a sparare, a vendere droga, a intimidire gli imprenditori, per il Tribunale di Reggio è maltrattamento a tutti gli effetti e per questo i ragazzi e i bambini vanno allontanati. – ha commentato Tizian – ‘Ndranghetisti non si nasce, lo si diventa per colpa di questi padri».
«Allontanare i figli dalle famiglie mafiose è l’unica soluzione? Perché dice che i figli di mafia non hanno il diritto all’immaginazione e a sognare?», sono state alcune delle domande poste dai ragazzi.
«La sperimentazione di Reggio ha dimostrato che per questi ragazzi la strada dell’allontanamento, seppur molto dolorosa, è l’unica via. – ha risposto Tizian – In molti casi già dopo pochi mesi di convivenza in una nuova famiglia sana, i ragazzi ricominciano a sognare la propria vita e a immaginare di fare questo o quel mestiere, cosa che prima gli era impossibile anche da pensare. La loro vita era legata al clan fin dalla nascita». Il giornalista ha poi ricordato ai ragazzi: «siamo figli di questa terra, anche se andremo via da qui e dovremo faticare il doppio degli altri per farci accettare, abbiamo la responsabilità di fare qualcosa, non possiamo essere indifferenti».
«Lo scopo di questi incontri nelle scuole è proprio questo: fornire ai ragazzi alcuni spunti di riflessione su aspetti non convenzionali della pericolosità delle mafie – ha commentato Maria Teresa Morano, responsabile di #trameascuola – aspetti che spesso li riguardano molto da vicino, perché coinvolgono adolescenti come loro. È fondamentale fornirgli gli strumenti per comprendere la realtà e conoscere tutti i limiti e i rischi dei modelli di vita imposti dai boss e dalle ‘ndrine».
Sulla stessa traccia l’incontro di sabato al Civico Trame con i ragazzi del corso di giornalismo civico Visioni Civiche, durante il quale Tizian ha ripetuto a chi chiedeva come fare a contribuire alla lotta la mafia: «La mafia si combatte ogni giorno, non bisogna essere supereroi. Guardatevi intorno, informatevi e comportatevi di conseguenza. La prima azione che possiamo fare è essere cittadini attivi e attenti. Questo Paese sarà vostro. – ha concluso – Io sono solo un giornalista, non voglio convincervi di niente. Sono qui per raccontarvi la realtà e farvela conoscere. Poi sarete liberi di scegliere se far finta niente o cambiare strada, questa è la nostra prima responsabilità da cittadini».
Con Giovanni Tizian si conclude il primo ciclo di incontri con gli autori nelle scuole di #trameoff; si riprenderà a maggio con tre nuovi appuntamenti, tra cui la festa finale con PIF, prevista a fine mese.

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