CATANZARO Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, in qualità di presidente dell’Ato, ha scritto all’assessore regionale all’Ambiente, Antonella Rizzo, e, per conoscenza, ai cinque prefetti calabresi.
Abramo, nella lettera, sottolinea, «la forte preoccupazione per la situazione del sistema rifiuti». Una situazione definita «sempre più allarmante». «Prevedere il collasso di un settore così importante – afferma ancora il presidente dell’Ato di Catanzaro – è una possibilità realistica che determinerebbe conseguenze inimmaginabili per la nostra regione. Non possiamo permettere che il nostro territorio e la nostra gente subiscano l’umiliazione di ritrovarsi a vivere in uno scenario inaccettabile e incivile in cui i rifiuti in strada potrebbero divenire la normalità. L’obiettivo a cui dobbiamo pensare nell’immediato, a mio avviso, riguarda l’ampliamento della discarica di Crotone, un’operazione tampone che ci consentirà di rimandare il problema serio di cinque o sei mesi, tempo nel quale è nostro dovere riflettere e ricercare una possibile e più duratura soluzione. L’alternativa, ripeto, sarebbe quella di vedere i rifiuti in strada».
«Ci sono alcuni punti – dice ancora Abramo – che maggiormente mi inquietano. Il primo è l’assenza di una guida da parte dell’ente Regione, che avrebbe dovuto accompagnare il subentro degli Ato (Ambiti territoriali ottimali) e che solo nel corso del 2018 ha avviato, mediante una serie di riunioni, questo percorso, restando comunque ancora passiva in merito alla necessaria realizzazione di impianti pubblici di conferimento. Il secondo è il divieto posto dal presidente Oliverio di realizzare, per il triennio 2016-2018, discariche private per rifiuti speciali, unito alla rinuncia, da parte della stessa Regione, a costruirne di pubbliche a supporto del sistema tecnologico. Divieto che condiziona quotidianamente gli amministratori locali nel conferimento degli scarti di lavorazione nell’unica discarica privata esistente (ubicata a Crotone), la cui capacità è tra l’altro in via di esaurimento. L’effetto è quello di avere a breve una tariffa di conferimento degli scarti di lavorazione più che raddoppiata, passando da 80 a 200 euro a tonnellata. Il terzo è non aver inciso, in questi anni, sul sistema impiantistico in modo da garantire, in particolare, il trattamento della frazione umida, costringe le amministrazioni a dipendere dalla volontà degli operatori privati, unici a poter decidere, comunque con maggiore aggravio economico nelle tasche dei cittadini, se consentire o meno il conferimento della quantità di frazione raccolta. A ciò si aggiunga, in quanto direttamente collegato, che il Piano regionale gestione rifiuti (approvato a dicembre 2016) stabilisce, per la realizzazione di detti impianti, una distanza minima dagli insediamenti abitativi di duemila metri, chiudendo di fatto il mercato e ledendo il principio della libera concorrenza. Quarto e ultimo punto: avere modificato la normativa regionale per il subentro degli Ato senza condividere i contenuti della stessa con gli enti locali e non aver misurato, preventivamente, l’impatto che la modifica della norma avrà sulle amministrazioni e sui cittadini comporta gravi conseguenze per l’intera comunità calabrese, sia in termini di conferimento dei rifiuti, sia, in particolar modo, sull’aumento della tariffa che tutti, come cittadini, saremo costretti a pagare».
«Insisto sull’opportunità – scrive inoltre il presidente Abramo – che ci si muova in fretta, tutti insieme, per evitare che la nostra regione si trovi a fronteggiare un problema davvero insidioso. Ricordo a Lei, per ricordare a me stesso, che la gara per portare i rifiuti fuori dalla Calabria è andata deserta per due volte e, nei fatti, non sapremo dove metterli. Ci troveremo costretti a spiegare ai cittadini che la tassa sui rifiuti sarà aumentata, nonostante l’incremento della raccolta differenziata. Contestualmente dovremo chiedere loro di accettare i rifiuti per strada perché non vi è la possibilità di conferirli da nessuna parte. Tutto questo sarà inaccettabile per loro, ma anche una sconfitta per tutti noi. Propongo nuovamente che si riunisca un tavolo tecnico, da Lei coordinato, con i Prefetto di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia e con i presidenti degli Ato per affrontare con urgenza e determinazione il problema e non permettere un’inerzia che potrebbe costare cara alla Calabria».
x
x