CATANZARO È stato assolto in Appello per non aver commesso il fatto, I.R., imprenditore edile di Cosenza condannato in primo grado per falso ideologico. I fatti risalgono al 2014, quando la ditta si aggiudicò una gara d’appalto indetta dalla Provincia di Cosenza per i lavori di manutenzione straordinaria di una strada.
L’ente provinciale, però, in fase di accertamento dei requisiti ha riconosciuto delle irregolarità circa alcuni versamenti presso l’agenzia delle Entrate e, revocando l’aggiudicazione della gara, inviava anche la comunicazione all’Autorità di Vigilanza e all’autorità giudiziaria. Iniziò così un procedimento penale a carico dell’imprenditore durante il quale la difesa, rappresentata dall’ avvocato Chiara Penna, faceva emergere come non fosse lui ad occuparsi della compilazione delle domande di partecipazione alle gare di appalto, bensì una società di consulenza amministrativa e tecnica che predisponeva le istanze che l’imprenditore si limitava a firmare. Non solo, veniva fuori che la responsabile di tale società lasciava svolgere gran parte del proprio lavoro al marito che nulla aveva a che vedere con l’attività e che la firma apposta sull’istanza si differenziava da quella dell’imputato. Nonostante ciò e rigettando la richiesta di procedere a perizia sulla firma perché ritenuta ininfluente ai fini del decidere, l’imprenditore veniva condannato dal giudice di primo grado a sei mesi di reclusione. L’imputato ricorreva così in appello a mezzo del proprio difensore ed il Giudice di Catanzaro, accogliendo le istanze della difesa e ritenendo il ragionamento in base al quale era stato condannato “induttivo” lo ha assolto da ogni accusa per non aver commesso il fatto.
x
x