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«Pericoloso l’atteggiamento di Oliverio verso la Procura di Catanzaro»

I deputati M5S Sapia e Parentela dopo le esternazioni del governatore: «Turbano la serenità dei magistrati, che non possono subire attacchi politici»

Pubblicato il: 15/05/2019 – 13:11
«Pericoloso l’atteggiamento di Oliverio verso la Procura di Catanzaro»

Pubblichiamo il contributo dei deputati del M5S Francesco Sapia e Paolo Parentela.
La compagna di Mario Oliverio ha ricevuto dalla Procura di Catanzaro un avviso di conclusione delle indagini preliminari. L’ipotesi ivi contenuta è di turbata libertà degli incanti: la donna, Adriana Toman, avrebbe sfruttato il proprio rapporto con il governatore della Calabria per favorire l’erogazione di contributi regionali a diretti conoscenti.
Oliverio è invece indagato in due diversi procedimenti aperti a Catanzaro, rispettivamente per abuso d’ufficio e corruzione, e per associazione per delinquere. Il presidente della Regione Calabria si è definito destinatario «di interventi ingiusti che, in parte, sono già stati evidenziati nella loro infondatezza dalla Cassazione prima e dal giudice per le indagini preliminari poi». Ha inoltre parlato di «ostinazione», si è proclamato vittima di «accanimento» giudiziario e ha dedotto: «Sulla base di quello che gli organi giudicanti evidenziano, ci sono azioni, contestazioni che andrebbero, quanto meno, meglio approfondite prima di alimentare la gogna mediatica di cui io sono oggetto».
A prescindere dalle eventuali implicazioni penali, i fatti qui riassunti, che riguardano il governatore e a parte la sua fidanzata, sono senz’altro di interesse pubblico e come tali meritano una riflessione politica.
Primo, l’ipotesi della Procura di Catanzaro lascia pensare che Toman possa avere (avuto) molta influenza nella concreta amministrazione regionale. È dunque interesse di tutti sapere se nello specifico non vi sia stata o meno un’ingerenza della medesima nella vicenda che la vede indagata, di assegnazione di ingenti risorse pubbliche. Sarebbe inammissibile che un non eletto, soltanto in virtù delle proprie relazioni con il governatore, possa in qualche modo condizionare gli uffici della Regione, obbligati all’imparzialità.
Secondo, Oliverio (e qualsiasi altro rappresentate popolare) non può mai suscitare nell’opinione pubblica l’idea che la magistratura, potere autonomo e indipendente dello Stato, si accanisca contro di lui e si ostini a volerne il processo. Una simile tesi dovrebbe indicare in dettaglio le motivazioni del lamentato comportamento persecutorio, perché al contrario la massa potrebbe ricavarne uno scopo di parte: l’animo della Procura di togliere l’indagato dalla scena politica. Nella fattispecie, poi, va rammentato che il procuratore di Catanzaro è Nicola Gratteri, tra i magistrati più in trincea e a rischio in Italia. La storia di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino ci insegna quanto possa nuocere ai pm la delegittimazione ad opera delle alte sfere della politica.
Terzo, il governatore della Calabria, stando alle sue dichiarazioni virgolettate, è convinto – sulla base delle pronunce della Cassazione e del gip in merito alle misure cautelari richieste (e in un caso ottenute, confermate e poi revocate) nei suoi confronti – che vi siano «azioni, contestazioni» della Procura di Catanzaro da approfondire meglio, «prima di alimentare la gogna mediatica» nei suoi riguardi. Che cosa intende significare il presidente della Regione, che i pm catanzaresi non conoscono il loro mestiere e che si muovono con superficialità al fine di dare ai media notizie in grado di accrescere la riprovazione collettiva, magari con un ritorno di immagine a loro utile?
Quarto, non è vero che Oliverio, come invece ha indotto a credere insieme alla propria grancassa sui social, è uscito dall’inchiesta Lande desolate, nella quale è ancora coinvolto. Addirittura, sulla sua pagina in Wikipedia compare, inserita da un utente collegato da Roma, una notizia inesatta, cioè che «il 20 marzo 2019 la Cassazione chiede l’annullamento dell’obbligo di dimora, scagionandolo da tutte le accuse».
Quinto, ci stupisce il silenzio fisso, a proposito delle esternazioni del governatore della Calabria, del segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, che, pare di capire, non si preoccupa affatto del giudizio collettivo sui procedimenti penali che interessano Oliverio e compagna e, soprattutto, sugli incauti commenti dello stesso governatore calabrese, che rivelano scarso senso personale delle istituzioni e confermano che il suo mandato si regge su mere narrazioni e su deliberate distorsioni della realtà.
In conclusione, a nostro avviso è molto pericoloso l’atteggiamento del governatore verso la Procura di Catanzaro. Ferma restando la presunzione di non colpevolezza, non lo condividiamo e, anzi, lo biasimiamo con fermezza. Peccato che in Calabria – e non solo – pochi si siano accorti di quanto esso turbi la serenità dei magistrati, che non devono né possono subire attacchi politici. Ma ormai tutto è naturale, pacifico, nel grande circo della comunicazione. Dunque la ragion pura e il rispetto della verità finiscono nell’ombra. Manca tanto l’Omissis del direttore Paolo Pollichieni.

Francesco Sapia e Paolo Parentela
deputati, M5S

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