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Processo al clan Mancuso, confermate cinque condanne (dopo 19 anni)
La Cassazione chiude il procedimento “Genesi”. Annullata con rinvio la pena del boss Pantaleone “l’Ingegnere”. Servirà un nuovo giudizio d’appello
Pubblicato il: 15/05/2019 – 7:19
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VIBO VALENTIA Cinque conferme delle condanne di secondo grado e un annullamento con rinvio. La Corte di Cassazione ha chiuso così il processo nato dall’operazione antimafia denominata “Genesi” contro il clan Mancuso di Limbadi, fra le più potenti consorterie della ‘ndrangheta vibonese e calabrese.
Annullata con rinvio – e sarà quindi necessario un nuovo processo d’appello – la condanna nei confronti del boss Pantaleone Mancuso (detto “l’Ingegnere”). Condanna a 6 anni per associazione mafiosa per i fratelli Diego e Francesco Mancuso. Tredici anni, invece, la condanna per Nazzareno Prostamo, di San Giovanni di Mileto, ritenuto esponente di primo piano dell’omonimo clan.
L’operazione “Genesi” era scattata nell’agosto del 2000 e in primo gradi gli imputati erano 42 con la pubblica accusa – all’epoca rappresentata dall’allora procuratore della Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli e dal pm Simona Rossi – che avevano chiesto complessivamente 379 anni di reclusione. Il Tribunale di Vibo Valentia condannò solo 11 imputati, mandandone assolti 31. Assoluzioni non appellate dalla Procura distrettuale di Catanzaro. La Cassazione ha ora posto la parola fine a 19 anni di distanza dagli arresti.
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