Un garofano spunta tra i venti sovranisti e populisti che soffiano anche in Calabria, e va in direzione ostinata e contraria, a dispetto degli insulti del tempo che passa, delle ansie di rottamazione e di incidenti di vario tipo, alcuni dei quali molto duri. Ruggiscono vecchi “leoni socialisti” nella regione tra le più socialiste della storia politica nazionale, e marcano le ultime elezioni amministrative nella regione con la “passionaccia” politica che li porta a essere ancora sulla scena e sulla breccia calabrese. Saverio Zavettieri, 76 anni è il nuovo sindaco del suo paese, Bova, e lo è per la prima volta nella sua pur lunga carriera politica. Salvatore Magarò, 65 anni domani, ha riconquistato per la quinta volta Castiglione E poi Sandro Principe, 70 anni, erede del leggendario Cecchino (che non era solo un leone socialista ma un “Re Leone” socialista) e a sua volta leggenda socialista, che prova a riprendersi Rende, dopo averla già guidato per una quindicina di anni, strappando un ballottaggio tutto da giocare. Per tutti e tre un curriculum politico pieno di stellette e galloni. Zavettieri è stato leader della Cgil, quindi tre volte parlamentare socialista che toccherà la storia apparendo dietro Craxi nel famoso discorso del leader del Psi alla Camera nei giorni tempestosi di “Tangentopoli”, e poi assessore regionale con il governatore di centrodestra Peppino Chiaravalloti (di cui sarà insostituibile “bussola” politica), poi protagonista inquieto di una struggente e disperata unità socialista (che non arriverà mai): per dire della tempra, Zavettieri nel 2004 scamperò a un agguato politico-‘ndranghetista solo grazie a una vetrata blindata della sua casa a Bova Marina. Magarò presidente della Provincia di Cosenza, consigliere regionale con il centrosinistra di Loiero e con il centrodestra di Scopelliti per due legislature con ruoli importanti alla guida delle commissioni Riforme e antimafia, e ancora ricandidato alla Regione con il centrosinistra di Oliverio nel 2014. E infine Principe: parlamentare, sottosegretario al Lavoro con presidenti del Consiglio del calibro di Amato e Ciampi, e poi consigliere regionale, Principe che resiste a un attentato (sempre in quel “maledetto” 2004) e a una pesante rogna giudiziaria. Hanno la scorza dura e la cultura riformista propria dei socialisti. Hanno attraversato tante e variegate stagioni politiche. Ma sempre con quel caro, vecchio, eterno e mai vinto garofano nel taschino.
Ant. Cant.
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