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Leggerezza e impegno, Pannofino e Fresi si raccontano al Mgff

di Maria Rita Galati CATANZARO Quando arrivano all’Hotel Perla de Porto, nella marina di Catanzaro a due passi dall’area porto che ospita dal 27 luglio la 16esima edizione del Magna Graecia Film Fest…

Pubblicato il: 29/07/2019 – 19:15
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Leggerezza e impegno, Pannofino e Fresi si raccontano al Mgff
di Maria Rita Galati CATANZARO Quando arrivano all’Hotel Perla de Porto, nella marina di Catanzaro a due passi dall’area porto che ospita dal 27 luglio la 16esima edizione del Magna Graecia Film Festival, dispensano sorrisi e strette di mano come se stessero tra amici, senza risparmiarsi in selfie e foto di gruppo. Il prezzo della popolarità, vissuto con leggerezza, riconoscenza e rispetto per quel pubblico che riempie le sale e incrementa l’indice di gradimento, quello che fa scegliere i registi e far fioccare i provini. Nel corso della conferenza stampa, moderata da Antonio Capellupo, i protagonisti del bel film in concorso ieri sera – “L’uomo che comprò la luna”, del regista Paolo Zucca – Stefano Fresi e Francesco Pannofino, rimanendo loro stessi, raccontano con ironia e divertimento il meglio di un lavoro riuscito, combinato disposto di una regia visionaria e di una speciale alchimia di attori che si trovano e hanno piacere di lavorare insieme. E con ironia affrontano argomenti che meritano un approfondimento meno superficiale, come la valorizzazione di un mestiere che in Italia vanta una grande tradizione, quella del doppiaggio di cui proprio Pannofino è uno dei massimi esponenti, e di come il doppiatore è un attore due volte bravo, perché recita in jeans e maglietta davanti a un microfono. E che quando alle spalle hai una esperienza teatrale puoi fare tutto. «Questo film così diverso dagli altri – spiega Pannofino – mi ha incuriosito e attirato. Poi mi fidavo di Zucca, con lui avevo già girato un altro film, “L’arbitro”. La presenza di Stefano è stata la ciliegiona sulla torta». «È molto raro che ti stupisca un film appena lo leggi – aggiunge Fresi – e questo copione mi ha stupito, poi ritrovarsi con è stato bellissimo e la sua presenza è stata fondamentale nella scelta. Avevo visto l’Arbitro e quindi sapevo che Zucca è un regista visionario». Da sottovalutare il valore aggiunto dell’ambientazione: la Sardegna che non fa da sfondo alla storia, ma la penetra con la sua “sarditudine”. «Io poi sono mezzo sardo e mezzo trentino, mezzo in pratica una persona intera, quindi dentro di me ci sono un pastore e un alpino che litigano da 45 anni – scherza Fresi –. È fondamentale che un’analisi di un popolo vada fatta innanzitutto da quel popolo, come ha fatto Paolo. I sardi questo l’hanno compreso». Fresi e Pannofino hanno calcato le tavole dei teatri catanzaresi anche nella precedente stagione, il primo al Politeama il secondo al “Comunale” per il cartellone lametino trasferito nel Capoluogo a causa dei teatri chiusi. «Se si mettessero le cose a posto, questa terra potrebbe risorgere perché gli spazi ci sono – chiude – anzi, questa terra sta già risorgendo». La piacevole chiacchierata con Fresi e Pannofino – che si chiude con un commosso ricordo di Mattia Torre, lo straordinario regista “papà” di Boris, morto di recente dopo una grave malattia che ha raccontato anche in “La linea verticale” – è stata preceduta da quella con la produttrice Viola Prestieri, che ha presentato il film “Euforia” di Valeria Golino in concorso questa sera, con Riccardo Scamarcio e Valerio Mastrandrea. «Un film in cui Valeria, dopo l’esperienza di “Miele” che parlava di suicidio assistito è tornata ad affrontare il tema della malattia, ma lo fa con leggerezza mettendo anche al centro una storia di fratellanza – afferma la produttrice -. Valeria ha saputo mescolare il tragico e la leggerezza in un mix che non era scontato». Si parla anche dell’opportunità offerta ai giovani registi e alle maestranze del cinema sempre più impegnate nei lavori pronti ad andare nelle piattaforme come Netflix, un modo di operare che rappresenta una specie di linea d’ombra che separa anagraficamente chi parla al pubblico che va nelle sale e chi si rivolge al pubblico che “pesca” in rete. Una riflessione interessante sul ruolo del produttore alle prese con risorse da trovare e distribuzione. (redazione@corrierecal.it)
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