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Tragedia del Raganello, chiusa l'inchiesta: gli indagati salgono a 14 – NOMI

La Procura di Castrovillari ha emesso l’avviso di conclusione per l’onda anomala che lo scorso 20 agosto ha ucciso 10 persone. Inquisiti i sindaci di Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara. Non fig…

Pubblicato il: 30/07/2019 – 14:56
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Tragedia del Raganello, chiusa l'inchiesta: gli indagati salgono a 14 – NOMI
CASTROVILLARI La Procura della Repubblica di Castrovillari ha emesso l’avviso di conclusione indagini per l’onda anomala che il 20 agosto dello scorso anno travolse un gruppo di escursionisti nelle Gole del Raganello, a Civita, uccidendo 10 persone, tra le quali una guida. Gli indagati sono saliti dai 7 iniziali a 14 e sono accusati, a vario titolo, di omicidio colposo, inondazione, lesioni colpose, omissione in atti d’ufficio ed esercizio abusivo della professione. Tra gli indagati figurano i sindaci di Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria, Alessandro Tocci, Antonio Cersosimo e Antonio Carlomagno; titolari di agenzia turistiche e guide. Non figurano, invece, il presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, e del dirigente dell’ufficio Biodiversità dei Carabinieri Forestali Gaetano Gorpia, raggiunti all’epoca da avviso di garanzia. Secondo l’accusa fu ignorata l’allerta gialla della protezione civile prevista per quel giorno, in particolare dai sindaci. GLI INDAGATI Questi i nomi degli indagati: Alessandro Tocci; Antonio Carlomagno; Antonio Cersosimo; Giovanni Vancieri; Marco Massaro; Franco Bettarini; Francesco Nicoletti; Vincenzina Cerchiara; Giuseppe Cesarini; Luigi Sauve; Paolo Damiano Franzese; Antonio Luca De Salvo; Luca D’Alba; Roberto De Marco.
Antonio De Rasis
IL MESSAGGIO DI DE RASIS: «SE PIOVE TORNO INDIETRO» Secondo l’accusa, inoltre, nella vicenda avrebbero avuto un ruolo anche i regolamenti per l’accesso alle gole, che non sono adottati, la mancanza di aggiornamenti dei piani di emergenza ed infine l’imprudenza. Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, anche la società che gestiva le visite nelle Gole del Raganello si sarebbe affidata a guide prive dell’abilitazione professionale. Agli atti dell’inchiesta c’è anche un messaggio inviato quel giorno, poco prima della tragedia, dalla guida Antonio De Rasis, 32 anni, volontario di protezione civile che era intervenuto a Rigopiano dopo la valanga che distrusse un albergo. «Se piove torno indietro, sono con 16 persone e soprattutto 4 bambini» scriveva De Rasis. «Ok, non dovrebbe piovere», fu la risposta dell’organizzatore. Quel giorno un violento temporale si verificò nella zona nord del Raganello, che attraversa diversi comuni. La pioggia provocò un’onda anomala sempre più veloce a causa della morfologia delle gole che travolse gli escursionisti che si trovavano nella parte finale uccidendo dieci persone e ferendone 14. Le vittime erano originarie, oltre che della Calabria, di Puglia, Lombardia, Campania e Lazio.
Il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla
FACCIOLLA: NON EMERSE RESPONSABILITÀ DELL’ENTE PARCO «Ci sono delle posizioni che saranno oggetto di definizione con archiviazione, perché riteniamo che qualcuno non abbia responsabilità nell’accaduto». Lo ha detto all’Agi il Procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, parlando dei 14 avvisi di conclusione indagini che sono stati notificati oggi per la tragedia avvenuta lo scorso anno alle Gole del Raganello, nel territorio del Parco del Pollino. L’anno scorso erano state indagate 7 persone, alle quali se ne sono aggiunte altre 7. Ma Facciolla dice che, per esempio, non sono state riconosciute responsabilità per il Parco del Pollino, nel cui territorio ricadono le gole del Raganello. Tra gli indagati c’era all’inizio anche il Presidente del Parco, Domenico Pappaterra, che ora uscirebbe di scena. «L’Ente Parco è stato il soggetto attivo che ha cercato di regolamentare il tutto – ha detto Facciolla – ma le gole non ricadono nella competenza del Parco. Quella del Parco – afferma il procuratore – era un’attività propulsiva, non erano evidentemente loro a dover prendere una serie di misure che poi non sono state prese da altri».
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