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«Anche in Calabria c'è buona sanità»

Lettera firmata

Pubblicato il: 02/08/2019 – 16:13
«Anche in Calabria c'è buona sanità»

Io, mio padre e le mi sorelle vorremmo far conoscere a tutti l’esperienza avuta con l’ospedale di Cosenza, relativamente alla malattia di mia madre, al fine di instillare un po’ di fiducia nei cosentini ormai demoralizzati e convinti, sempre più, che qui, nel profondo sud e, in particolare, all’Annunziata, non possa esistere l’eccellenza della buona sanità.
Il tutto è iniziato il 3 luglio scorso, quando, a causa di forti dolori addominali, mia madre si vedeva costretta a ricorrere alle cure del Pronto soccorso di Cosenza.
Potrei dilungarmi e raccontare dei due giorni “malamente” trascorsi qui, ma voglio sorvolare perché, alla fine, in un modo o nell’altro, il protocollo che andava seguito, pur con lentezza, pur con ritardo e pur con “disumano distacco”, è stato quasi completamente realizzato.
Abbiamo scoperto, in questa sede, in maniera molto “cruda” quale fosse il problema di mia madre e che, l’unica cura possibile, per lei, sarebbe stato l’intervento chirurgico. Demoralizzata dall’esperienza in Pronto soccorso, mia madre, in quell’occasione, ha deciso di non ricoverarsi e di chiedere un secondo parere altrove. Purtroppo, anche questo secondo parere ha confermato la necessità dell’intervento, per cui, ci siamo trovati di fronte alla necessità di decidere, in breve tempo, quale strada percorrere.
Eravamo molto spaventati e l’idea di metterci nelle mani dell’ospedale di Cosenza, in quel momento, ci sembrava un azzardo. Ma abbiamo dovuto fare i conti con il tempo, poiché il problema di mia madre poteva aggravarsi da un momento all’altro, ragion per cui abbiamo dovuto abbandonare sin da subito la possibilità di rivolgerci a qualche struttura fuori dalla Calabria. Ovviamente eravamo in preda alla disperazione, travolti dall’impetuosità di una malattia inaspettata e paurosa.
È stato in questo buio momento, però, che abbiamo intravisto uno spiraglio di luce, che ha riacceso le nostre speranze e ha dato consolazione e ristoro alla nostra disperazione.
Questo spiraglio ha un nome: professore Bruno Nardo.
Il primario della Chirurgia Falcone dell’ospedale Annunziata di Cosenza. Unuomo, un professionista, un chirurgo, un medico che non finiremo mai di ringraziare. Mia madre è stata operata da lui il 25 luglio scorso… le è stata praticata un’emicolectomia sinistra in laparoscopica (ovvero l’asportazione di parte del colon). E 31 luglio, a soli 6 giorni di distanza dall’intervento, è stata dimessa ed è tornata a casa sui suoi piedi. La sua breve, ma intensa, degenza nella Chirurgia Falcone, ci ha insegnato che, anche a Cosenza si può parlare di “fiori all’occhiello”, poiché è stata contrassegnata da cura, devozione e professionalità da parte di tutto il personale medico e paramedico.
In questo reparto abbiamo potuto constatare, sulla nostra pelle, che il paziente è al centro di tutto, che qui per prima cosa, ci si prende cura della persona e di tutte le sue esigenze. Mia madre ha ricevuto cure e attenzioni continue e non è mai stata lasciata sola.
Noi non sappiamo quale sarà il decorso della sua malattia, ma, al di là di ogni cosa, ad oggi, dobbiamo e vogliamo ringraziare pubblicamente l’eccellente professor Nardo che è stato, nei nostri confronti e nei confronti di nostra madre, prima che un chirurgo, un uomo immenso, tutta la sua grande equipe, il personale infermieristico che si è distinto per competenza ed umanità, gli operatori sanitari le cui attività e presenza sono stati indispensabili.
Grazie, grazie, grazie, grazie a tutti voi… Siete l’orgoglio della sanità pubblica cosentina.

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