REGGIO CALABRIA Sequestri di beni per un valore complessivo di 15 milioni di euro. Sono quelli che sta eseguendo la Direzione investigativa antimafia di Genova, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, sulla base di provvedimenti emessi dalla sezione misure di prevenzione del tribunale reggino. I sequestri riguardano quote di partecipazione e patrimonio aziendale di 7 società, circa 21 beni immobili, fabbricati e 36 terreni, numerosi conti correnti e beni mobili riconducibili alle società sequestrate in provincia di Reggio Calabria, Savona ed Alessandria. Si tratta di beni riconducibili, secondo gli inquirenti, a Carmelo Gullace (detenuto agli arresti domiciliari), a sua moglie Giulia Fazzari, a Orlando Sofio (recluso nel carcere di Voghera) e a Marianna Grutteria (detenuta a Vigevano), tutti arrestati, nel luglio del 2016, nell’ambito della operazione denominata “Alchemia”.
A conclusione di questa indagine, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, furono eseguite dalla Polizia di Stato e dalla Dia 42 misure cautelari a carico di soggetti affiliati e contigui alle cosche di ‘ndrangheta reggine Raso-Gullace-Albanese e Parrello-Gagliostro, gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società. Gullace viene considerato da chi indaga una “figura apicale” della cosca, con ruolo direttivo e di comando, come referente dell’articolazione ‘ndranghetistica in Liguria e in Piemonte. L’uomo è ritenuto fondamentale per la risoluzione di controversie, per il mantenimento dei contatti con gli esponenti di spicco di altre articolazioni territoriali della ‘ndrangheta, per la condivisione di interessi imprenditoriali, anche al di fuori del territorio italiano, per il reimpiego di proventi delle attività delittuose.
SOFIO UOMO DI FIDUCIA DEL CLAN Per gli inquirenti, Sofio, ritenuto partecipe della cosca Raso-Gullace-Albanese, è uomo di fiducia di Gullace col ruolo di referente piemontese, e ha l’incarico di tenere i rapporti con la cosca Piromalli di Gioia Tauro, di reperire prestanome per l’intestazione fittizia delle attività imprenditoriali riconducibili al sodalizio criminoso e di curare gli interessi economici comuni con la cosca Gagliostro-Parrello di Palmi (Reggio Calabria) nell’ambito degli appalti per le pulizie in Calabria, nella produzione di lampade e nell’acquisto di autonoleggi in Lombardia. Sofio e Grutteria avrebbero rafforzato la cosca attraverso la gestione occulta di imprese operanti in settori economicamente sensibili, tentando di infiltrarsi, con la compiacenza di esponenti politici e imprenditoriali, nei sistemi di aggiudicazione dei lavori pubblici, attraverso il meccanismo dei subappalti.
IL RUOLO DELLA FAZZALARI Se Carmelo Gullace, secondo gli investigatori, aveva un ruolo apicale, un posto speciale nell’organizzazione spettava alla moglie Giulia Fazzari. Secondo la Direzione investigativa antimafia, la donna avrebbe avuto il ruolo di mantenere rapporti con gli amministratori dei Comuni della provincia di Savona, finalizzati all’acquisizione di appalti pubblici, nonché di organizzare trasferte in Brasile per riciclare proventi delittuosi della cosca di appartenenza, attraverso l’acquisizione di proprietà immobiliari.
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