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Caso Pagliuso, nuovo gup nel procedimento a carico di Larussa
Il giudice Mariotti decide di astenersi. Si era già pronunciato in forma incidentale nei confronti dell’avvocato accusato di favoreggiamento e violenza privata
Pubblicato il: 27/09/2019 – 14:59
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di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Il gup Paolo Mariotti si era già pronunciato, incidentalmente, nei confronti dell’avvocato Antonio Larussa nell’ambito dell’ordinanza “Reventinum” nella quale aveva emesso misure cautelari nei confronti degli appartenenti ai clan Scalise e Mezzatesta e del presunto mandante dell’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso (indicato dal gip in Luciano Scalise), ucciso a colpi di pistola nel giardino della propria abitazione la notte del 9 agosto 2016. Per questa ragione il giudice ha fatto istanza di astensione dal procedimento che vede coinvolto l’avvocato penalista accusato di favoreggiamento della latitanza di Daniele Scalise, elemento di spicco dell’omonima cosca, e violenza privata ai danni dell’avvocato Francesco Pagliuso.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla Dda di Catanzaro – rappresentata in aula dal pm Elio Romano – Larussa avrebbe aiutato nel 2012 «Daniele Scalise a sottrarsi all’esecuzione della pena» che gli era stata inflitta dopo la sentenza della corte d’Appello di Catanzaro che lo condannava per i reati di estorsione, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Tutti i reati contestati all’avvocato lametino sono aggravati dal metodo mafioso perché commessi «per agevolare l’attività della ‘ndrina degli Scalise (di cui Daniele Scalise era esponente apicale, prima di essere assassinato nel 2014)».
Per quanto riguarda la violenza privata, sempre nel 2012, Larussa «(in concorso morale con Pino Scalise (che segue un separato procedimento, ndr) e con i soggetti Daniele Scalise, Giovanni Vescio, Francesco Iannazzo, tutti uccisi nella faida ‘ndranghetistica che ha interessato le ‘ndrine insistenti nelle zone montane circostanti Lamezia Terme, quali Soveria Mannelli e Decollatura) in qualità di istigatore nella fase dell’ideazione del delitto, istigazione posta in essere attraverso la prospettazione ai suddetti soggetti, tutti comunque appartenenti alla criminalità organizzata lametina, di scarso impegno professionale da parte dell’avvocato Francesco Pagliuso, ovvero di commissione da parte di quest’ultimo di errori nella linea difensiva, nell’ambito di una processo che vedeva imputato Daniele Scalise a Cosenza per il delitto di truffa». Inoltre Larussa avrebbe prospettato la mancata consegna delle carte procedurali dell’avvocato Pagliuso allo stesso Larussa, che nel frattempo era stato nominato co-difensore di Daniele Scalise. Facendo ciò «contribuiva a costringere, con violenza e minaccia di morte a mano armata, da parte di più persone riunite (tra cui Daniele Scalise, Giovanni Vescio, Francesco Iannazzo, ndr) a seguire la linea difensiva prospettata dai suddetti soggetti, ad accettare o tollerare la co-difesa con l’avvocato Larussa» e a fare quello che la cosca gli imponeva.
Nel procedimento, insieme a Larussa, difeso dall’avvocato Francesco Gambardella, è imputata per favoreggiamento semplice anche l’assistente di studio Tullia Pallone, difesa dall’avvocato Pino Spinelli perché avrebbe aiutato Larussa a eludete le investigazioni «riferendo circostanze non veritiere in taluni casi e reticenti in altri casi, oltre che intrinsecamente contraddittorie».
L’udienza proseguirà davanti al nuovo gup Paola Ciriaco il prossimo 13 novembre davanti al pm alle difese e alle parti civili ammesse costitute (contro il solo Larussa) dalla Camera Penale di Lamezia Terme, rappresentata dall’avvocato Marcello Manna, da Antonia Pagliuso, sorella dell’avvocato Francesco, con marito e figlio, e dalla moglie Antonellina Divasto, rappresentati dall’avvocato Candido Bonaventura, dai genitori dell’avvocato Pagliuso e un nipote, rappresentati dall’avvocato Salvatore Staiano, dal figlio minore del defunto avvocato penalista e dalla sorella Angela Pagliuso, con marito e figlio, rappresentati dall’avvocato Nunzio Raimondi. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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