Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 20:01
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

I carabinieri liberano dopo 3 giorni un calabrese sequestrato e torturato

L’uomo, un 36enne residente a Firenze, è scoppiato in lacrime appena i militari hanno fatto irruzione nella casa in cui era ostaggio di due pregiudicati

Pubblicato il: 18/10/2019 – 18:59
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
I carabinieri liberano dopo 3 giorni un calabrese sequestrato e torturato
ROMA Picchiato, privato del cellulare e tenuto prigioniero in un appartamento sul litorale romano. E’ durato tre giorni l’incubo di un 36enne informatico di origini calabresi ma residente a Firenze, liberato ieri mattina dai Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia: i suoi due sequestratori, due italiani di 29 e 27 anni, entrambi residenti a Cerveteri, sono stati arrestati. Tutto è partito da una chiamata arrivata alla centrale operativa dell’arma: un uomo riferiva di aver ricevuto via whatsapp delle richieste di aiuto dal fratello, che sosteneva di essere ostaggio di due persone in una casa nella zona di Capo di Mare. I militari, coordinati dal Nucleo operativo e radiomobile, in brevissimo tempo sono risaliti all’indirizzo e hanno irruzione all’interno, trovando tre persone. La segnalazione è apparsa subito fondata: i due letti occupati dai rapitori erano sistemati davanti all’ingresso, in modo tale da impedire ogni fuga: alla vista dei Carabinieri, il 36enne è scoppiato in lacrime, raccontando di essere stato sequestrato la mattina di lunedì, quando i due uomini, pluripregiudicati per reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di stupefacenti, prima lo hanno contattato telefonicamente e subito dopo si sono presentati nella sua abitazione di Firenze, costringendolo a seguirli sotto la minaccia di una pistola. Arrivati a Campo di Mare, in un appartamento trovato in affitto con una inserzione online, il 36enne sarebbe stato picchiato, privato di qualsiasi mezzo di comunicazione e tenuto sotto controllo. Le indagini hanno consentito di ricondurre i motivi del sequestro ad un debito di svariate migliaia di euro derivante da un’attività di frode informatica che i tre avrebbero tentato di mettere a segno nei mesi precedenti, mediante l’uso di password finalizzate all’accesso a sistemi in grado di manomettere slot machine, avvalendosi delle competenze informatiche del 36enne, che ha a suo carico precedenti per hackeraggio. L’uomo, malnutrito ed in condizioni igienico-sanitarie precarie, nel corso della terza notte di sequestro e’ riuscito ad approfittare di un attimo di distrazione dei sequestratori, impossessandosi per pochi secondi del proprio cellulare, dal quale ha inviato i messaggi di aiuto al fratello. In corso ulteriori indagini finalizzate all’individuazione di eventuali complici.
Argomenti
Categorie collegate

x

x