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Call center, sit-in a Rende su cambio appalto Inps
I sindacati chiedono al presidente dell’Istituto di previdenza Tridico di intervenire su una vicenda che colpisce 200 lavoratori in Calabria
Pubblicato il: 26/10/2019 – 10:09
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RENDE Quello che doveva essere il cambio di appalto di riferimento per il settore dei contact center in oursourcing dalla approvazione della legge sulla clausola sociale «è diventato invece uno spettacolo indegno e vergognoso». È la denuncia di Emanuela Cutrì, Rsu Slc Cgil calabra e dipendente Covisian come operatrice telefonica su commessa Inps. «Quello che dal 2015 è solo un brutto ricordo per tutti i lavoratori grazie alla clausola sociale, conquistata dal sindacato federale dopo anni di manifestazioni, lotte e battaglie, lo è ancora per i lavoratori Inps, il cui cambio d’appalto sta tenendo col fiato sospeso circa 3 mila lavoratori in tutta Italia e solo 200 in Calabria, a Rende, il tutto nella superficialità d’approccio proprio di Inps che ha fatto tutto tranne farsi garante della difesa del diritto dei lavoratori di avere continuità nel cambio di appalto». Venerdì le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno proclamato sciopero di tutte le lavoratrici e i lavoratori operanti sulla commessa Inps e dalle percentuali risultanti di adesione è stato un vero successo. In tutta Italia l’adesione è stata oltre 80%, con punte, tipo Rende, al 100%: «Una reazione forte delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti che hanno espresso tutta la loro rabbia innanzi alle sedi territoriali Inps, vera responsabile di questa situazione». Nel frattempo al termine della manifestazione è arrivata la convocazione ministeriale per martedì 29 ottobre, in cui saranno presenti tutti gli attori di questa vergogna di stato, aziende uscenti, aziende subentranti e Inps. «È una vergogna che in una clausola sociale di una commessa statale si metta in discussione il mantenimento del perimetro occupazionale», prosegue Cutrì, che conclude: «Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, nostro conterraneo, si faccia garante della tutela di tutti i lavoratori coinvolti o si faccia da parte. Non permetteremo che venga lasciato a casa nessuno». Parole dure anche da parte di Daniele Carchidi, segretario generale della Slc Cgil Calabria: «Quanto sta accadendo nel cambio di appalto della commessa Inps contact center si può sintetizzare senza timore di errare con una sola parola “vergogna”. Abbiamo governato 15 cambi di appalto nel settore contact center con accordi sindacali che hanno mantenuto diritti e salario invariati per i lavoratori, salvaguardando non solo il perimetro occupazionale previsto dalla clausola ma estendendo in alcuni casi l’accordo e le sue tutele a lavoratrici e lavoratori precari e dello staff. Quel che appare paradossale è che dopo aver garantito le giuste tutele in cambi di appalto di commesse private, oggi stiamo riscontrando moltissime difficoltà in un cambio di appalto pubblico. Al ministero che ci ha convocato per il prossimo 29 ottobre – sostiene Carchidi – chiediamo di farsi garante della corretta applicazione della clausola sociale, visto che l’Istituto nazionale della Previdenza Sociale da “azienda” appaltante sta operando alla pari del “peggior padrone”. Quanto al nostro corregionale presidente dell’Inps, che questa estate in tour per l’Italia prometteva ai lavoratori coinvolti che sarebbero diventati tutti dipendenti pubblici, smetta di fare propaganda populista e si faccia garante della continuità occupazionale di 3000 lavoratori, di cui circa 200 suoi corregionali. Se non dovesse riuscirci, rassegni le sue dimissioni»
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