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Si vota il 26 gennaio. Ma in Consiglio è bagarre sul bilancio della Regione

Oliverio annuncia l’autorizzazione dell’esercizio provvisorio. La minoranza: «Figuraccia, è un fallimento politico». Durissimo (al solito) scontro con Guccione. La replica del governatore: «Debiti …

Pubblicato il: 19/11/2019 – 18:49
Si vota il 26 gennaio. Ma in Consiglio è bagarre sul bilancio della Regione

di Francesco Creazzo
REGGIO CALABRIA
 Mario Oliverio prende la parola per primo e annuncia al consiglio di avere chiesto al presidente Irto e alla Corte d’Appello di Catanzaro ufficialmente la data del 26 gennaio per le elezioni regionali (leggi qui).
Poi affronta il tema dei ritardi nell’approvazione del bilancio (ne abbiamo riferito qui) cercando di prevenire le polemiche dell’opposizione. «Ho proposto ieri in giunta l’esercizio provvisorio per consentire alla Regione di essere garantita nell’attività ordinaria. Le risorse destinate all’esercizio 2020 saranno decise dal nuovo consiglio, per rispetto istituzionale. Ma non c’è nessun crack o default: tranquillizzo la Calabria e i calabresi. Le misure suggerite dalla Corte dei Conti relative al debito 1981-2004 sono state assunte, il bilancio ha ottenuto la parifica».
TALLINI: «SUPERFICIALITÀ». GALLO: «CHE FIGURACCIA» Esplode così il tutti contro tutti in consiglio regionale sul bilancio. Compatta l’opposizione nel criticare la scelta di Oliverio e il comportamento della maggioranza.
Per Domenico Tallini (Fi) c’è stata innanzitutto «superficialità nel comunicare la data del confronto elettorale. Sul bilancio, credo che in un clima come questo sarebbe stato opportuno affrontare prima la questione. I comuni saranno in grado di pagare i debiti alla Regione? Io credo di no. Ci troviamo in una situazione paradossale: se la Regione non recupererà i crediti dei comuni andrà in default, se lo farà, a fallire saranno i comuni. Questo sarà il tema dei prossimi mesi e avrebbe dovuto essere discusso in quest’aula. Il pericolo del default non è apocalittico, ma è figlio delle rilevazioni della Corte dei Conti».
D’accordo anche Gianluca Gallo (CdL): «In questi anni si è visto un pessimo spettacolo, calerà ancora l’affluenza. La gente sarà ancora più alienata dalla politica e dall’istituzione Regione. Una scelta, quella della data delle elezioni, che è stata giustificata sempre con la scusa dell’approvazione del bilancio regionale. Ecco un’ennesima figuraccia, il presidente viene oggi a dirci che per rispetto di coloro che governeranno non farà il bilancio. I numeri vengono a raccontarci invece di una Regione che ha difficoltà a chiudere il documento. Si tratta senz’altro di problematiche risalenti nel tempo ma che non sono state affrontate in questi anni. Ci avete propinato l’idea che avremmo votato il 26 gennaio per approvare il bilancio e oggi ci dite che lascerete l’ente senza bilancio fino ad aprile. Una gestione poco seria e fallimentare che per fortuna è ai titoli di coda».
Anche Sinibaldo Esposito (Ncd) vede nell’annuncio di oggi un affronto alla dignità del consiglio: «La richiesta di esercizio provvisorio è legittima giuridicamente ma non politicamente. Anzi è la dimostrazione di un fallimento politico: ricorrere a questo strumento a fine legislatura è davvero una pessima pagina». Giuseppe Pedà (CdL), invece, nel suo intervento preliminare ha voluto porre l’accento sulla questione Zes: «Riduzione delle risorse della Zes di Gioia Tauro non può passare in sordina e deve essere congiunta. Era l’ultimo baluardo delle richieste del territorio, avremmo dovuto lottare tutti insieme. Siamo ancora in tempo, quantomeno per lasciare una traccia da percorrere a chi verrà dopo di noi».
GUCCIONE: «È IL FALLIMENTO DELLA LEGISLATURA» Durissimo, invece, l’attacco di Carlo Guccione (Pd) contro Oliverio: «Le ragioni che conducono all’esercizio provvisorio sono tante, ma se arriviamo oggi a questo significa che non abbiamo fatto abbastanza in questi anni, tanto è vero che il giudizio della Corte dei Conti costringe la Calabria a una manovra “lacrime e sangue”. La legislatura era iniziata con la “rivoluzione sui bilanci”, un’intenzione che naufraga sugli scogli dell’esercizio provvisorio di oggi. Dopo 5 anni di legislatura, chiudere con questa richiesta rende evidente un fallimento. Anche il nostro capogruppo dovette dire qualche consiglio addietro che avremmo fatto le elezioni il 26 per approvare il bilancio. Il prezzo lo pagherà la Calabria. Io mi sarei quantomeno aspettato una riunione di maggioranza: il fatto che l’annuncio sia stato fatto in consiglio a me sembra grave e irrispettoso nei confronti di tutta la maggioranza e dello stesso consiglio. Si continua con la politica dell’uomo solo al comando». Anche Fausto Orsomarso (Misto) ha aspramente criticato il paradosso tra il discorso di Battaglia e la scelta di Oliverio sul bilancio e ha invitato il presidente a «ripensarci» e a discutere il bilancio in aula.
LA DIFESA DI ORLANDINO GRECO Prova a sostenere la decisione della giunta il consigliere Orlandino Greco (Op) che ribalta il tavolo e attacca Guccione: «Chi è stato all’opposizione oggi offre spirito di collaborazione per votare un bilancio. Se il presidente non porta il bilancio, è per evitare un dibattito capzioso in seno a una maggioranza che non esiste più. Guccione è stato assessore: non si era accorto dei crediti mai riscossi dal 1981 al 2004? Presidente, accolga l’invito serio del consigliere Orsomarso: sfidi la sua maggioranza a vedere se sul bilancio sono pronti ad avere responsabilità o a continuare nella canea. Si prendano la responsabilità di fronte ai calabresi. Oliverio sfidi la sua stessa maggioranza con un bilancio di previsione immediato». Duro anche l’intervento di Giuseppe Aieta (Pd) che ha invitato Oliverio a non assumersi respnsabilità altrui: «Noi avremmo potuto fare un bilancio elettorale, ma abbiamo un alto profilo istituzionale. Che il presidente Oliverio non porti più le croci ma dica chiaramente di chi sono le responsabilità». Per Giuseppe Giordano (Pd), quello di oggi è un «dibattito doveroso, stava passando in sordina un fatto importante. Il bilancio è innanzitutto un atto eminentemente politico e il fallimento non è economico, è politico. Il fatto che si concluda una legislatura senza un bilancio che avrebbe dovuto fornire ai calabresi delle risposte è grave». Giuseppe Giudiceandrea (Dp) invece difende le ragioni del governatore uscente: «Assurdo che oggi Oliverio e la giunta assumano su di sé la responsabilità di quest’atto e che non venga riconosciuto che lo facciano in favore della legislatura successiva. Di tutto questo si discuterà il 28». Per Domenico Bevacqua (Pd) invece, c’è ancora tempo: «Il bilancio è una responsabilità istituzionale, occorre recuperare buonsenso e utilizzare questi giorni per risolvere questa situazione». D’accordo anche il capogruppo Pd Domenico Battaglia: «Credo che la delibera di richiesta di esercizio provvisorio, non pregiudichi l’eventuale approvazione del bilancio. Abbiamo 20 giorni: diamoci una roadmap e arriviamo alle sedute che ci separano dall’11 dicembre preparati, in modo da concludere degnamente la legislatura. Abbassiamo i toni: dovremo rivederci in quest’aula entro il 30 di novembre e ne discuteremo».
OLIVERIO: «È UN DEBITO ACCUMULATO NEL SECOLO SCORSO» Rabbioso, infine l’intervento di Oliverio che ha voluto chiarire la posizione della propria giunta: «La Corte dei Conti ha certificato un debito pregresso dei comuni 266 milioni di euro, 130 dei quali in capo a 4 città capoluogo. Noi abbiamo dovuto decidere se recuperare questi crediti o accantonarli come “di dubbia esigibilità”. Questo devo chiarire ai calabresi per evitare che i mestatori che giocano nel torbido per rancori personali possano rappresentare una situazione diversa. Proprio in conseguenza del dettato della Corte, abbiamo già operato un’accantonamento di queste somme a salvaguardia del bilancio della regione. Noi abbiamo approvato 72 bilanci degli enti regionali, in molti casi li abbiamo messi in liquidazione. Consegniamo una regione ripulita, e ci facciamo anche carico di un debito accumulato nel secolo scorso. Bisognerebbe avere la responabilità di leggere le carte prima di parlare a vanvera e screditare un’istituzione e allarmare i calabresi. L’esercizio provvisorio è lo strumento che consente di utilizzare un dodicesimo di tutte le poste di bilancio proprio per evitare la paralisi. Quando io arrivai qui nel 2014 non c’era neanche l’esercizio provvisorio: il 28 dicembre di quell’anno, con atto monocratico, fui io a lanciare l’esercizio provvisorio, poi entro il 31 marzo del 2015 approvammo il bilancio. Non è successo nulla di grave. Noi dovremmo oggi ipotecare le scelte politiche della nuova legislatura? Non succede alcun disastro, che invece succederebbe se non avviassimo l’esercizio provvisorio. Orsomarso ha fatto una proposta, Greco l’appoggia: voi ritenete che il consiglio sia in grado di approvare un bilancio? Non sarò certo io a mettervi il bastone tra le ruote. La Regione Calabria non è in default, ha avuto la parificazione della Corte». (redazione@corrierecal.it)

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