CATANZARO Nonostante le avversità amministrative, dovute alla carenza di magistrati colmata dal recente arrivo di due unità, l’arretrato dei ricorsi pendenti si è ridotto di un ulteriore 12 per cento, passando da 3.260 ricorsi pendenti al 1 gennaio 2019 a 2.864 pendenti al 31 dicembre. Sono questi alcuni dei dati forniti dal presidente del Tribunale amministrativo regionale, Giancarlo Pennetti, nel corso della conferenza stampa che ha preceduto l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Pennetti è alla guida del Tar Calabria dal luglio 2019. Nel corso dello scorso anno sono stati depositati 107 ricorsi in materia di appalti pubblici e concessioni di pubblici servizi, di cui 58 già definiti, un certo calo va registrato in materia di edilizia e urbanistica, da cui si può cogliere un effetto della ulteriore stagnazione del settore.
Il presidente Pennetti, sollecitato dai giornalisti, ha approfittato dell’occasione per fornire qualche informazione sulla nuova sede del Tar Catanzaro: lo scorso 16 gennaio è stato pubblicato un nuovo avviso pubblico di ricerca finalizzato al reperimento della nuova sede, che al momento resta nello stabile di via Buccarelli nonostante il contratto sia scaduto. Tra i presenti alla cerimonia in corso anche il presidente della Corte d’Appello e il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
«DOPO “RINASCITA” MAGGIORE ATTENZIONE» «L’unico condizionamento, l’unica tirannia che volentieri subiamo è una sola, ed è quella dei valori». È quanto afferma il presidente del Tribunale Amministrativo regionale, Giancarlo Pennetti, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2020. Il presidente Pennetti fa riferimento «allo scenario emerso da una recente indagine giudiziaria condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e in particolare da intercettazioni – riportate dalla stampa – nelle quali taluni soggetti sembrano progettare interventi impropri sul processo, volti a orientare l’esito di una istruttoria disposta da questo Tribunale con una ordinanza collegiale in seno ad un giudizio di impugnativa dell’aggiudicazione di un appalto di opere pubbliche, ed è stata ragione di turbamento e smarrimento. Ecco – dice ancora il presidente- si tratta di quel tipo di vulnus da cui la giurisdizione deve essere tenuta indenne se ci è caro il suo corretto funzionamento e la sua stessa esistenza».
(ma.ri.ga.)
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