Coronavirus, il premier Conte: «Tutta Italia sarà zona rossa»
L’annuncio del presidente del consiglio dei ministri: «Le abitudini vanno cambiate ore per il bene dell’Italia». Stop anche per tutte le manifestazioni sportive, Serie A compresa

ROMA «Non esisterà più una “zona rossa” o una “zona uno”. Tutta l’Italia sarà zona protetta». Questo l’annuncio del premier Giuseppe Conte arrivato in serata a seguito dell’emergenza coronavirus. «Le abitudini vanno cambiate ore per il bene dell’Italia. Ci riusciremo solo se ci adatteremo a norme più stringenti». Questo quanto detto dal premier Giuseppe Conte, annunciando “misure ancora più “restrittive “per tutelare la salute dei cittadini. «Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare tutte le nostre abitudini – ha detto Conte – ma non abbiamo più tempo: c’è una crescita importante dei contagi e delle persone decedute. Quindi dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia e lo dobbiamo fare subito. Il provvedimento che il premier si accinge a varare e che entrerà in vigore da domani – con il “plauso” delle regioni, informato il Quirinale – «può essere chiamato – ha detto Conte – ‘io resto a casa’. Prevede, tra l’altro, un divieto di assembramento in tutta Italia; spostamenti possibili solo per motivi di lavoro, necessità o salute; lo stop a delle scuole fino al 3 aprile e quello di tutte le manifestazioni sportive, campionato di calcio compreso».
IL BILANCIO A fronte di un numero complessivo di contagiati pari a 9.172, le persone attualmente positive sono 7.985, con un nuovo balzo di 1.598 rispetto al giorno precedente, pari ad un +25%. Sono 733 quelli ricoverati in terapia intensiva per coronavirus, 83 in più rispetto a ieri (+12,7%). La Lombardia, la regione nettamente più colpita, registra in un giorno 66 morti e 41 ricoverati in più in terapia intensiva. Reparti questi ultimi già da giorni ai limiti nella regione, il che ha richiesto il trasferimento finora di 17 pazienti – quasi tutti affetti da altre patologie – nelle regioni vicine. Il bilancio conta poi 724 guariti, ben 102 in più di ieri (+16,4%). Un segnale di incoraggiamento viene dal paziente uno, il manager di 38 anni di Codogno ricoverato a Pavia, trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. Non è più intubato e respira autonomamente, ha riferito l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. La moglie del giovane, incinta di 8 mesi, è tornata a casa da qualche giorno dopo essere stata ricoverata all’ospedale Sacco di Milano. Un piccolo, grande punto segnato dalla sanità di una regione sferzata dal coronavirus, i cui sanitari affrontano l’impatto più duro dell’emergenza.