REGGIO CALABRIA «Come ha fatto la presidente Santelli subito dopo la sua elezione, userò la parola fatalità. L’indicazione della mia persona alla guida del Consiglio è frutto della fatalità, non dell’ambizione: è semmai il risultato delle dinamiche variabili e spesso non prevedibili della politica. Non mi ero posto questo obiettivo, né l’ho reclamato, ma quando c’è stata la chiamata alla responsabilità dalle forze di maggioranza non me la sono sentita di tirarmi indietro, e ho accettato questa grande sfida». Lo ha detto il neo presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini (Forza Italia), nel corso del suo primo intervento dopo la sua elezione alla guida dell’assemblea. Molte le questioni, d’attualità e di prospettiva, su cui il neo presidente si è soffermato. Dalla pandemia al regionalismo che quest’anno compie – con i “Fatti di Reggio” e allo Statuto dei lavoratori – mezzo secolo: «E’ una ricorrenza importante – ha sostenuto Tallini – che, una volta passata l’emergenza, bisognerà utilizzare per fare una riflessione sul regionalismo in Italia che è stato un elemento di modernizzazione, di coinvolgimento delle realtà territoriali, di forte rottura con l’impianto di uno Stato centralizzato e lontano dalle popolazioni. Ci sono stati errori – ha detto – ritardi, storture, ma l’assetto regionale della Repubblica Italia è una conquista irrinunciabile. Si tratta semmai di modernizzare il ruolo delle Regioni, renderle più autonome all’interno di un sistema solidale che assicuri a tutti gli italiani le stesse opportunità. Occorre aprire una stagione nuova del regionalismo che corregga gli errori, gli squilibri tra i territori, le penalizzazioni per il Meridione, adeguando le Regioni ai cambiamenti tumultuosi della società e fornendo ad esse gli strumenti per competere ad armi pari».
A proposito di federalismo e autonomia regionale, Tallini ha spiegato che «si ripartirà dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio a gennaio dello scorso anno con l’obiettivo di realizzare un federalismo solidale che da un lato assicuri i livelli essenziali in materie come la sanità, l’istruzione, e dall’altro esalti l’autonomia regionale nei campi dell’ambiente, della cultura, del turismo, dell’agricoltura, delle energie rinnovabili». Il presidente Tallini non ha tralasciato «l’esigenza di riorientare», alla luce degli effetti della pandemia, «il modello di sviluppo economico puntando sulla bio-economia, l’economia circolare, le bio-tecnologie, la rivoluzione digitale che impatta sul turismo, sull’agricoltura, sull’artigianato, sulla cultura». A tal proposito ha spiegato: «Il sole, il vento e anche il mare possono diventare fonti inesauribili di energie pulite e rinnovabili. Le applicazioni digitali possono trasformare l’agricoltura tradizionale in ‘agricoltura di precisione’ e l’artigianato tradizionale in ‘artigianato in 3D’. Il turismo dovrà cambiare volto e puntare sulla sicurezza e sulla salubrità dei luoghi. Dalla crisi la Calabria può trarre grandi opportunità». Sulla pandemia: «Il mio pensiero commosso – ha sostenuto Tallini – va ai nostri morti e alle loro famiglie, agli ammalati, ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, ai volontari, agli addetti ai servizi essenziali, alle forze dell’ordine che combattono quotidianamente, ormai da diverse settimane, una battaglia difficile per il contenimento del virus. Esprimo il mio apprezzamento per la determinazione, la serietà e l’autorevolezza con cui la presidente della Regione sta affrontando tale emergenza che si inserisce in un contesto di generale fragilità del nostro sistema sanitario, ridotto allo stremo da anni di tagli e di politiche ragionieristiche dei Commissari nominati dai Governi. La battaglia è ancora lunga, lo sappiamo, ed ognuno è chiamato a fare la sua parte».
Tallini ha assicurato «come primo atto l’insediamento delle due commissioni più impegnate su questo fronte: la Commissione sanità e la Commissione Bilancio alle quali chiederò uno sforzo straordinario per licenziare i provvedimenti che tutti si attendono. Il bilancio rappresenterà per tutte le forze politiche un banco di prova. Si tratterà di predisporre i primi strumenti per la ripresa sociale ed economica della nostra regione, anche in relazione alle misure contenute nel decreto Cura Italia». Ancora: «Quando finirà l’incubo della pandemia, niente sarà più come prima. Ci ritroveremo in un mondo diverso in cui tutti i rapporti politici, sociali ed economici saranno cambiati. Cambierà anche il rapporto tra il Nord e il Sud del nostro Paese. Dovremo essere capaci di trasformare in un punto di forza l’interconnessione che sembra emergere tra la diffusione della malattia, l’inquinamento e la densità demografica». Ad avviso del presidente Tallini: «Dovremo ripensare al nostro modello di crescita, scegliendo con convinzione la strada di uno sviluppo eco-compatibile che valorizzi al massimo un turismo che inevitabilmente cambierà pelle e la produzione di cibi biologici e prodotti artigianali legati alle antiche tradizioni. I nostri Parchi – ha aggiunto – le nostre Riserve naturali, le nostre coste dovranno essere il grande ‘scrigno verde’ da cui fare scaturire progetti, idee e programmi per un sistema economico che guardi ai profondi cambiamenti che ci attendono. Tracce importanti di questa impostazione si intravedono già nel programma di governo della presidente Santelli e sarà importantissimo l’apporto che questo Consiglio regionale potrà dare attraverso una legislazione di qualità che, partendo dai bisogni reali, introduca nel sistema- Calabria le innovazioni necessarie».
Non ha tralasciato critiche all’utilizzo nell’amministrazione della cosa pubblica dei commissari: «A questo Consiglio regionale – ha rilevato Tallini – è affidato il compito di affermare la supremazia etica e rappresentativa della politica, contribuendo a superare la cultura del commissariamento che ha inondato in questi anni le istituzioni e gangli essenziali della vita sociale della Calabria, peraltro senza l’ottenimento di risultati significativi. Dovremo tentare di incidere più in profondità sul terreno dell’autoriforma dell’Istituzione e sulla semplificazione delle procedure amministrative, combattendo le lentezze e le inadempienze di una burocrazia che in molti casi appare essere non amica ma nemica della Calabria. Un vero ostacolo allo sviluppo».
La ricorrenza del 50esimo anniversario dello Statuto dei Lavoratori ha indotto il presidente del Consiglio regionale a soffermarsi sulla «madre di tutte le battaglie in Calabria», il diritto al lavoro: «Se non riusciremo ad invertire la tendenza alla desertificazione del nostro tessuto economico, se – ha aggiunto Tallini – non metteremo un freno alla fuga dei cervelli, se non daremo a tutti i nostri ragazzi la speranza di un’opportunità, se non valorizzeremo il ruolo delle nostre Università, se non modernizzeremo i settori portanti della nostra economia, la nostra funzione sarà inutile. La Regione, da sola, non può farcela. Diventa essenziale una regia unica che metta attorno ad un tavolo il Governo, il Parlamento, le Aziende di Stato, il mondo dell’imprenditoria italiana, il sindacato, l’insieme delle Autonomie Locali». Infine, l’auspicio da parte di Tallini a «privilegiare le cose che ci uniscono. Solo un’azione sinergica tra Consiglio e Giunta potrà portare i risultati sperati. L’esperienza della presidente Santelli nelle aule parlamentari – dove ha esercitato sia ruoli di maggioranza che ruoli di opposizione – è una garanzia in tal senso. Un lavoro immane ci attende e forse basterebbe realizzare solo una parte delle cose che ho detto per fare ripartire la nostra terra».
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