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Il caro vecchio “Pugliese Ciaccio”, la resistenza calabra al Covid-19

Le guarigioni dei pazienti del Nord e di altri pazienti, lo “svuotamento” di Terapia intensiva. Il primario di Malattie infettive Cosco: «Finora bilancio confortante». E si guarda al futuro: «Senza…

Pubblicato il: 19/04/2020 – 14:05
Il caro vecchio “Pugliese Ciaccio”, la resistenza calabra al Covid-19

di Antonio Cantisani
CATANZARO Il caro vecchio “Pugliese Ciaccio”. Il suono delle ambulanze che accompagnano, destinazione aeroporto di Lamezia Terme, i due pazienti trasferiti qui un mese fa dalla Lombardia in condizioni disperate e ora guariti tra le corsie dell’ospedale di Catanzaro è l’immagine della “resistenza” al Cornavirus che in questo presidio spesso bistrattato ha trovato un’orgogliosa barriera. Una “trincea”, il caro vecchio “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, eccellenza della sanità calabrese (e non solo) sotto il profilo delle professionalità che vi operano ma anche bersaglio di tante critiche, anche giuste e giustificate, sul piano strutturale. Ma, a distanza di quasi due mesi dall’inizio dell’emergenza, i numeri (e le sensazioni) dicono che qui il Covid-19 si è imbattuto in tantissimi “semafori rossi”, come emerge anche dal bollettino dell’azienda ospedaliera di Catanzaro degli ultimi giorni: il reparto di terapia intensiva praticamente “svuotato”, da giorni senza più alcun ricoverato, e a Malattie infettive una situazione assolutamente sotto controllo, come conferma il primario Lucio Cosco, che in queste ore si è occupato della guarigione e delle odierne dimissioni dei due pazienti lombardi e di altri pazienti calabresi. Una “prima linea” fatta di personale medico e sanitario capace di gettare il cuore oltre gli ostacoli, anche se Cosco mantiene sempre un “low profile”. «Come ospedale il “Pugliese” sta ottenendo un ottimo risultato», riconosce al “Corriere della Calabria”. «Finora mi sento di dire – prosegue il primario di Malattie infettive – che il bilancio è positivo. E’ vero che in Calabria i numeri non sono alti come si poteva temere in un primo momento ma è altrettanto vero che stiamo gestendo la situazione in modo ottimale».

Lucio Cosco

Cosco poi racconta: «I primi venti giorni sono stati effettivamente movimentati e turbolenti, perché abbiamo dovuto riorganizzare tutto, ma adesso la macchina sta andando avanti quasi da sola, i meccanismi sono collaudati e odiati e quindi la fatica dei primi giorni è diminuita. E comunque tutto il personale si è dimostrato all’altezza. Tutta la struttura del “Pugliese” ha dimostrato di saper fare squadra. Bisogna poi rimarcare il fatto che – prosegue il primario di Malattie infettive dell’ospedale di Catanzaro – tutte le nostre esigenze e le nostre richieste sono state recepite dai vertici aziendali, non abbiamo incontrato alcun ostacolo. Forse questo è controtendenza rispetto a quello che si sente in giro, ma è così: solo i primi giorni – rileva Cosco – abbiamo avuto sofferenza con i dispositivi di protezione, ma poi non abbiamo avuto più alcun problema, nemmeno sul piano degli organici. Siamo stati messi nelle condizioni ideali per lavorare». Le dimissioni dei pazienti del Nord sono una “medaglia al petto” per l’ospedale di Catanzaro: «E’ un motivo di orgoglio, certo. E’ la dimostrazione che a volte con una 500 si arriva a fare quello che fa unba Ferrari. Ricordo perfettamente – dice Cosco – quando sono arrivati: sono stati una settimana in terapia intensiva, intubati, e poi sono andati via via migliorando e sono arrivati al nostro reparto. Hanno sempre usato belle parole per noi e questo è stato bello». L’attenzione è ovviamente tutta concentrata sul presente, perché il Covid-19 è ancora emergenza, ma Cosco si sofferma anche sulla futura – e forse non lontana – “ripartenza”: «Purtroppo – confida il primario di Malattie infettive dell’ospedale di Catanzaro – temo che se non ci sarà il vaccino una normalità come quella che c’era a febbraio la vedo difficile da raggiungere, ma possiamo guardare alla ripartenza con un certo ottimismo, ed è importante perché prima o poi gli ospedali devono riprendere a seguire con grande attenzione anche le altre patologie, noi lavoreremo per questo anche se penso che ci saranno sempre da rispettare certe cautele. Speriamo ovviamente anche nel sostegno delle istituzioni competenti, speriamo soprattutto – conclude Cosco – che capiscano che in tema di sanità non si deve ragionare solo in termini di risparmi».

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