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Corigliano Rossano, il mal di pancia della Rsu comunale: «Si continua a prevaricare»

Le accuse durissime dei rappresentanti sindacali unitari interni contro il governo cittadino ed i dirigenti dell’ente. «Nulla di nuovo, vi avevamo creduto»

Pubblicato il: 26/05/2020 – 20:03
Corigliano Rossano, il mal di pancia della Rsu comunale: «Si continua a prevaricare»

CORIGLIANO ROSSANO  Non potevano iniziare peggio: «Vi avevamo creduto». La rappresentanza sindacale unitaria del comune di Corigliano Rossano va giù durissima contro l’Amministrazione comunale guidata da Flavio Stasi. Rea, a detta dei rappresentanti sindacali interni, di non aver recepito «principi giuridici e morali» e di aver interpretato il tutto come «debolezza sindacale».
Insomma, dopo aver atteso mesi, le Rsu comunali evidenziano come «a quasi un anno dall’insediamento dell’attuale Amministrazione», insista «un diffuso stato di malessere in tutto il personale dipendente per tutto quello che fino ad oggi si è visto».
In un articolato e particolareggiato documento, i rappresentanti sindacali unitari iniziano col riferire di «atti di applicazione del contratto nazionale, pur discussi, analizzati e sottoscritti con la parte pubblica che puntualmente vengono disattesi» e posti «in regime di congelamento».
Ma, ciò che maggiormente mortifica i dipendenti è «l’assoluta mancanza del rispetto delle regole, nei confronti degli stessi», soprattutto «da parte dei dirigenti dell’Ente».
Affermazioni gravissime, corroborate a loro dire da problematiche «irrisolte, oggetto di contrattazione decentrata e di confronto, che pur in presenza di buoni propositi poi nel concreto non trovano pratica attuazione ed inverso, sono adottati dalla parte pubblica, provvedimenti che non hanno registrato il dovuto coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori, per così come previsto dal Contratto Nazionale di lavoro e dalla normativa in materia di pubblico impiego».
Le rsu comunali, dunque, puntano il dito contro il governo della città, ma anche contro l’apparato burocratico, ovvero i dirigenti. Fra questi solo due sono di “ruolo”, vincitori di concorso e a tempo indeterminato – ereditati dall’ex comune di Rossano perché quello Corigliano non contemplava nel suo organigramma le dirigenze – mentre tre sono stati nominati proprio dalla parte politica. Prima dal commissario prefettizio e poi riconfermati dal sindaco Stasi, il quale ai due ricevuti in “dote” ne ha aggiunto un altro, responsabile da pochi giorni del settore economico finanziario e sul quale ancora non si è placata l’onda lunga delle polemiche montate dalle opposizioni consiliari.
«La Rsu – spiegano nel documento – non rivendica alcun privilegio ma chiede a gran forza il rispetto delle regole, con la corretta applicazione dei CCNL Nazionale». Nello specifico segnala otto punti.
«Le condizioni igienico-sanitarie di diversi uffici Comunali, ridotte in condizioni che non rispettano il minimo di quello previsto per legge. Eppure si continua ad utilizzare luoghi che dovrebbero essere interdetti in attesa degli interventi opportuni». Fra questi «l’inesistenza del piano sulla valutazione dei rischi sui luoghi dì lavoro e del piano sulla sicurezza» e la mancata nomina «per come da normativa, del medico aziendale di medicina del Lavoro».
In tutto questo le Rsu lamentano «la non corretta gestione, per come previsto dai vari Dpcm governativi sull’emergenza Covid-19 verso i propri dipendenti (oltre 500 unità)» con «la sanificazione uffici, la fornitura mascherine, la predisposizione Front-office attrezzati».
I rappresentanti sindacali nel documento citano anche la «assoluta mancanza di informativa alla Rsu sulla attuale e futura allocazione degli uffici, servizi e dei dipendenti, tenuto conto che corrette relazioni sindacali dovrebbero indurre la Parte Pubblica ad avviare il dovuto confronto con la Rsu stesa, facendo conoscere per tempo, trasferimenti o spostamenti di uffici e personale, al fine di evitare incresciosi disservizi ed improduttività degli stessi e verso la popolazione amministrata». Viene poi denunciata la «mancata erogazione di molteplice indennità economiche ai vari profili professionali, derivante dalla contrattazione decentrata anni 2016, 2017, 2018 e 2019, nonché «il sanare tutti quegli ordini di servizio che avevano previsto lavoro straordinario regolarmente svolto a vario titolo in occasione delle varie emergenze».
Sotto il profilo economico, le Rsu lamentano il «mancato rispetto della normativa su autorizzazione e conseguente liquidazione di prestazione di lavoro straordinario, allo stato autorizzato ed erogato verso esclusivi settori dell’Ente, secondo logiche “inusuali” di qualche Sig. dirigente dell’Ente».
Tra i punti, ancora, la mancata costituzione del Comitati Unico di Garanzia, ovvero «l’organismo che garantisce le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni per come prevede la legge».
Sulla riqualificazione del personale, «non di conoscono volontà e tempi», mentre rimangono ancora in sospeso le trasformazioni contrattuali da part-time a full-time, così come «la progressione delle tante categoria A che di fatto da anni svolgono mansioni superiori».
«Ben vengono i concorsi per l’assunzione di nuovo personale – si avviano alla conclusione i componenti della Rsu – ma non bisogna tralasciare le problematiche che interessano la macchina organizzativa dell’Ente, che pone con ricorrenza il personale a giudizi non positivi, quando scaturiscono evidenti disservizi pubblici». Pertanto, la Rsu aziendale del Comune di Corigliano Rossano, «ribadisce all’amministrazione Comunale ed alla Dirigenza, che non saranno tollerati interventi a macchia di “leopardo” ad oggi adottati e, non saranno tollerati, atti di “palese illegittimità e discriminazione” inerente la gestione del personale».
L’accusa più grave per lo “stasismo”, i rappresentanti sindacali interni la riservano alla fine, facendo intendere che rispetto al passato non è cambiato nulla, nonostante abbiano «creduto» alle parole del sindaco. «Insomma, nulla di nuovo – concludono – si continua a prevaricare, ponendosi come unici conoscitori di giustizia sociale».
Più di così. (lu.la.)

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