CATANZARO «La nomina fiduciaria del presidente Jole Santelli attraverso cui è stato individuato il nuovo coordinatore dell’avvocatura regionale è un pessimo segnale. La procedura impiegata non solo pone una questione di “piena” legittimità dell’atto, ma comporta delle implicazioni concrete che dovrebbero far riflettere il governatore». È quanto afferma il sindacato Csa-Cisal.
LA PROCEDURA “MACCHIATA” «Fermo restando che il presidente Santelli sarebbe comunque potuto arrivare alla nomina della professionista indicata, il modo con cui lo ha fatto non convince per niente. Il nuovo coordinatore degli avvocati non è stato selezionato, né valutato. Questo, al cospetto del conferimento di un incarico all’esterno, diventa fondamentale. Il presidente – ricorda il sindacato Csa-Cisal – non ha nominato il suo legale di fiducia per seguire una causa privata, bensì una figura all’interno di una Pubblica Amministrazione, che – per inciso – viene pagata da tutti i calabresi. Trattandosi di gestione della “cosa pubblica” e non della “casa propria”, sarebbe stato più opportuno attenersi alle regole generali degli Enti, ossia procedere con una manifestazione d’interesse che partisse dalle risorse interne. E nel caso si fosse rivelata infruttuosa, andare a pescare, sempre con un avviso pubblico, all’esterno. Come si intuisce, si poteva comunque arrivare allo stesso risultato, ma avendo bypassato principi cardine dell’ordinamento giuridico, la strada seguita resta “macchiata”».
«19 AVVOCATI INTERNI. TUTTI “POCO VALIDI”?» Tanto per restare nel recinto dell’Ente regionale, l’avvocatura è formata da 19 avvocati. Professionisti la cui esperienza, in alcuni casi, è addirittura ventennale (l’avvocatura regionale è stata costituita con legge n. 7 del 1996 ed entrata in funzione nel 2000). Sulla carta ognuno dei legali interni ha capacità spendibili ed in grado di concorrere a diventare il coordinatore. «Da quanto è dato sapere, il presidente Santelli non ha né visionato i curricula né voluto conoscere i legali interni. Perché non è stata data loro la possibilità di poter accedere a quella posizione? Forse – domanda il sindacato Csa-Cisal – sono stati giudicati pregiudizialmente tutti “poco validi”? Eppure in questi anni hanno lavorato a migliaia e migliaia di cause difendendo la Regione. Una mole straordinaria di lavoro che è stata sottaciuta».
«IL COORDINATORE DEGLI AVVOCATI ESTERNO COSTERÀ 700MILA EURO» «Prima di rivolgersi ad una figura esterna, il presidente Santelli – continua il sindacato – ci doveva pensare per un altro motivo. A livello economico, comunque la si giri c’è un aggravio di spesa per le casse regionali. Un coordinatore esterno (e da quanto ci risulta il contratto è stato firmato ieri, e chissà quale dirigente si è assunto la responsabilità…) costa 140mila euro all’anno (importo lordo). In cinque anni (come da decreto di conferimento) fanno 700 mila euro a carico dei contribuenti. Se fosse stato selezionato un interno, buona parte della spesa era già incamerata nell’emolumento dell’avvocato regionale prescelto. Per farla breve, con un legale interno-coordinatore ci sarebbe stato un risparmio di circa 40mila euro all’anno. In cinque anni 200 mila euro. Non bruscolini in tempi di crisi, in cui il danaro pubblico dovrebbe essere utilizzato ancor di più con oculatezza e parsimonia. Senza tralasciare un vantaggio sulla funzionalità della scelta interna. Un legale regionale conosce l’apparato, le pratiche in essere, mentre chi arriva da fuori ci metterà parecchio tempo prima di capire i meccanismi. Non si contesta – ribadisce il sindacato Csa-Cisal – il nome indicato dal presidente (o le capacità della professionista stessa), ma la procedura seguita. Forse c’è stata troppa leggerezza».
«NON GARANTITA LA POSSIBILITÀ DI CONCORRERE A UN INCARICO PUBBLICO» «Perché insistiamo sul concetto della procedura – continua il Csa-Cisal –? Perché un avviso pubblico avrebbe assolto all’obbligo di legalità e trasparenza che sono costitutiva del principio della buona amministrazione, ed inoltre si sarebbe garantito il soddisfacimento della libera concorrenza fra i potenziali candidati (interni ed esterni), che è implicito nella nostra carta costituzionale. Così invece, con la nomina intuitu personae, tutto questo è stato violato. Senza dimenticare che quando c’è una competizione, quando si raffrontano più profili sicuramente ci sono più probabilità di individuare il migliore. A differenza di quando la scelta è aprioristica, come in questo caso».
I POSSIBILI RICORSI CONTRO LA NOMINA Probabilmente il presidente, «non sappiamo se e da chi consigliato, ha mal interpretato la norma sul conferimento dell’incarico del coordinatore dell’avvocatura regionale. La possibilità di scegliere all’esterno non cancella certo tutti gli obblighi sopresposti che conducono come minimo alla pubblicazione di una manifestazione di interesse ad evidenza pubblica. Emerge inoltre un lampante difetto di istruttoria. Corre voce che molti avvocati (interni e non solo) impugneranno la nomina. Cosa succederebbe se in seguito un giudice dovesse dichiarare illegittima la nomina stessa? Pare evidente come si corre il concreto rischio di annullare tutti gli atti assunti dal coordinatore esterno. In molti altri Enti pubblici, dall’Inail all’Inps fino a molti altri comuni in cui è prevista l’avvocatura, non a caso la figura del coordinatore è rivestito da un interno. Per quale motivo la Regione Calabria dovrebbe essere speciale? L’impressione che si è avuta dalla vicenda – conclude il sindacato Csa-Cisal – è che il presidente abbia nominato un “suo” avvocato, invece in questo caso si trattava di scegliere l’avvocato della Regione Calabria. C’è una bella differenza».
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