RENDE «In poche settimane l’Università della Calabria è riuscita ad erogare tutte le attività didattiche in modalità telematica; ciò ha rappresentato un grande sforzo da parte di tutti gli attori dell’Università: studenti, docenti e personale tecnico amministrativo. Un’esperienza che è riuscita a mostrare la capacità del nostro Ateneo di affrontare l’emergenza Covid-19, provando a creare le condizioni per permettere a tutti gli studenti di non interrompere il proprio percorso di studi. Nonostante ciò, la didattica a distanza presenta evidenti limiti indipendentemente dall’organizzazione del nostro Ateneo, soprattutto in una Regione come la nostra dove, come emerso anche da un nostro questionario sottoposto agli studenti, si presenta un elevato tasso di Digital Divide. Affrontata l’emergenza, ora è giunto il momento di mettere in campo una visione che porti alla ripartenza della nostra Università». Gli studenti dell’associazione “Rinnovamento è Futuro” sperano di rimettere in moto a pieno regime il motore dell’Unical. Il campus calabrese è pronto a vivere un nuovo anno zero e svuotarlo completamente di chi vive quotidianamente il campus potrebbe rappresentare un enorme danno. «Serve una programmazione che dia risposte chiare su come affrontare i prossimi mesi, tenendo in considerazione l’andamento epidemiologico. È necessario stabilire i modi e i tempi di una ripresa graduale, lavorando su tutte le misure necessarie per essere pronti alla riapertura nel rispetto di tutte le normative previste per garantire la sicurezza di chi frequenterà il nostro campus – è detto da RèF-. Mentre in tutto il Paese si sta affrontando la cosiddetta Fase 3 e programmando il prossimo futuro, l’Università della Calabria si è arenata alla Fase 1. Proprio per questo motivo, nei giorni scorsi abbiamo lanciato un appello attraverso l’iniziativa #RestartCampus, una campagna social che ha coinvolto migliaia di studenti e non solo, i quali auspicano una vera discussione sul tema della riapertura. A seguito di questa nostra iniziativa, c’è stato un vero e proprio risveglio delle coscienze sia all’interno della comunità accademica (docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, studenti e altri colleghi rappresentanti) sia degli attori sociali ed economici che operano all’interno dei confini dell’Università e delle zone limitrofe, che hanno espresso la propria posizione al riguardo con vari comunicati stampa». Ma il fermento degli universitari, sembra però sopirsi osservando l’atteggiamento del rettore. «Ci tocca constatare ad oggi che l’unica coscienza non risvegliata appare quella del Magnifico Rettore, Prof. Nicola Leone, il quale non si è mai espresso al riguardo, anzi ha sistematicamente ignorato le nostre richieste, alimentando un senso diffuso di disagio e incertezza.
Nei mesi scorsi, tante sono state le nostre proposte: decurtazione del 50% della terza rata per l’anno accademico 2019/2020 (tenendo conto del risparmio derivante dai servizi non erogati dall’Ateneo), rimborso dei servizi previsti dal Bando Diritto allo Studio per l’anno accademico 2019/2020 (servizi alloggio e mensa) non fruiti dagli studenti ma sopratutto una programmazione chiara e condivisa sul prossimo futuro, nel breve, medio e lungo periodo. In primo luogo, partendo dalle attività sulle quali si potrebbe dare subito risposta nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza previsti dal Governo. Pensiamo al rientro nelle residenze universitarie, provvedimento tra l’altro già adottato dall’Università Magna Graecia di Catanzaro. Nelle scorse settimane i Rettori calabresi annunciavano trionfalmente una strategia comune su questo: perché ad oggi l’Unical è rimasta indietro? E ancora, nel rispetto delle regole sul distanziamento sociale, si potrebbe pensare alle Sedute di laurea in presenza oltre che allo studio di modalità blended per l’erogazione della Didattica e lo svolgimento delle prove di verifica del profitto. Non possiamo assistere da spettatori al graduale ritorno alla normalità dell’intero sistema Paese. L’Unical non può rischiare di subire un esodo massivo verso le Università telematiche e gli altri Atenei che hanno affrontato con più coraggio questa emergenza. Chiediamo al Rettore di portare immediatamente in discussione negli Organi le nostre proposte e agli altri Colleghi Senatori Accademici di prendere posizione sul tema».
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