di Michele Presta
COSENZA Sedici è il numero di cui bisogna partire. Sono i positivi asintomatici residenti nell’area urbana di Cosenza. Un numero rimasto invariato nonostante i circa 160 tamponi fatti dalla task force dell’Asp di Cosenza e che potrebbe essere destinato a salire di poche unità solo tra qualche ora e cioè quando saranno resi noti i risultati dei tamponi fatti ad alcuni familiari strettissimi. Il lavoro del personale sanitario del reparto di prevenzione dell’Asp di Cosenza diretto da Mario Marino, però, non si limita alla ricerca. Il focolaio di Cosenza è circoscritto anche grazie al monitoraggio continuo che viene eseguito nei confronti dei positivi, tutti riconducibili alla comunità senegalese. «Abbiamo scoperto per caso la positività della bambina – spiega il commissario dell’Azienda Sanitaria di Cosenza, Cinzia Bettelini – e subito ci siamo attivati con procedure che ci hanno permesso di individuare le persone positive. Non siamo stati i soli ad effettuare i tamponi, lo stesso ha fatto l’azienda ospedaliera di Cosenza sottoponendo a controllo il personale medico dell’Annunziata». A fare il punto insieme alla manager che dirige gli uffici di viale Alimena anche i dottori Mario Marino e Sisto Milito. «Il numero dei tamponi è elevato e destinato a crescere perché anche questa mattina le unità speciali di continuità assistenziale stanno eseguendo controlli sui contatti stretti. Arriveremo a 100 tamponi in giornata – spiega Sisto Milito medico della task force dell’Asp -. Ieri abbiamo sottoposto a controllo 3 contatti strettissimi e siamo in attesa dei risultati». Un lavoro di ricerca e di controllo che il commissario dell’Asp ha voluto esaltare in quanto a professionalità e operatività. «Il lavoro che è stato fatto in questi giorni – spiega Cinzia Bettelini – non riguarda solo il contenimento epidemiologico dell’infezione da Covid-19 ma anche tutto quello che concerne l’intervento dei sanitari. Il focolaio è sotto controllo e lo è grazie al lavoro di tutta la task force. Questo è un dato importante perché da qui all’autunno non possiamo prevedere come andranno le cose, ma da parte nostra sapere che siamo pronti ad ogni evenienza è fondamentale». Il nuovo commissario, tra i primi atti al suo insediamento dopo le dimissioni di Giuseppe Zuccatelli ha disposto l’apertura degli Usca. Cosenza interagisce con quello che si trova a Serra Spiga e la loro importanza è stata ribadita anche da Mario Marino: «Riusciamo a programmare e a organizzare attività sul territorio in modo più rapido».
LA COMUNITÀ SENEGALESE L’Asp è al lavoro e i cittadini fanno la loro parte. «C’è molta sensibilità da parte di tutti i cosentini – aggiunge il dottor Sisto Milito – abbiamo avuto collaborazione dalla comunità senegalese grazie al lavoro dei mediatori culturali. Abbiamo il supporto delle forze dell’ordine e della Prefettura». Una collaborazione che si è tramutata in segnalazioni, spesso finite in pasto all’opinione pubblica senza che ce ne fosse motivo, come per il caso di una parrucchiera. «La donna è stata di una sensibilità unica – spiega Mario Marino – sapeva di essere un contatto di una persona risultata positiva, ci ha contattato e si è messa in isolamento. Il caso finisce qui, il suo tampone è risultato anche negativo».
FAGNANO E CORIGLIANO ROSSANO Due casi sospetti, un cittadino di Fagnano Castello risultato positivo ai test sierologici e uno ricoverato nell’ospedale hub di Corigliano Rossano. «Dobbiamo essere cauti con i test sierologici – dichiara Cinza Bettelini –. Si deve fare affidamento solo sul tampone e sulla sintomatologia, sono gli unici fattori su cui dobbiamo fare riferimento. O test sierologici vengono fatti per la ricerca o per fini epidemiologici, non ci indicano la positività o meno al virus». Concetto che riprende anche Sisto Milito, dialogando a margine della conferenza stampa con i giornalisti. «Qualora venga trovato un positivo nello screening che sta effettuando la Croce Rossa Italiana per motivi epidemiologici noi in automatico facciamo il tampone e ad oggi non è corrisposto nessun sierologico positivo al tampone questo perché il coronavirus appartiene ad una famiglia grandissima e un virus parainfluenzale e quindi la reazione sierologica può risultare positiva per una miriade di motivi. L’unico strumento in grado di certificare la positività o meno al Covid-19 è il tampone». (m.presta@corrierecal.it)
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