di Fabio Benincasa
VIBO VALENTIA Un’estate rovente vissuta tra scontati addii ed altri inattesi, promesse non mantenute, fugaci flirt e un progetto sportivo completamente ridimensionato rispetto alle aspettative iniziali. La Vibonese ripartirà in panchina da Angelo Galfano (oggi la firma del contratto), allievo di Zeman, pronto a tornare in Calabria dopo anni difficili vissuti nell’anonimato dei campionati non professionistici.
Nell’ultima stagione l’esperienza al Real Siracusa Belvedere, poi la chiamata di Pippo Caffo e la decisione di tornare a Vibo dopo aver occupato la panchina calabrese nel 2002-2003 in Serie D e nel 2008 in Lega Pro Seconda divisione. Fedelissimo al suo 4-3-3, Galfano raccoglie l’eredità di Modica ma soprattutto diventa simbolo di una rivoluzione a metà impressa dal patron Caffo. Sì perché, solo qualche settimana fa il numero uno vibonese era pronto a favorire l’ingresso in società di Paola Coia, presidente del Tuttocuoio e desiderosa di acquisire il 40% delle quote del club calabrese. La pista però si è raffreddata, come nei più classici amori estivi Caffo e Coia si sono cercati, voluti e pare (definitivamente) mollati. All’imprenditore vibonese, è rimasto l’amaro in bocca, e l’onore e l’onore di proseguire da solo senza il sostegno del Dg Beccaria, dimessosi negli scorsi mesi, e del Ds Lo Schiavo passato alla Roma.
La mini rivoluzione tecnica parte, dunque, da Galfano che rappresenta un profilo assai diverso da quelli sondati fino a qualche giorno fa. Da Benny Carbone (vera suggestione estiva del patron) a Francesco Modesto (destinato alla panchina della Pro Vercelli) fino a Nevio Orlandi. Nomi che stuzzicavano i tifosi, oggi comprensibilmente delusi per la scelta del presidente costretto dagli eventi a rivedere piani e progetti. Galfano conosce l’ambiente vibonese ed il calcio calabrese, è vero, ma le ambizioni del club rossoblù parevano assai diverse qualche settimana fa. A tre giorni dal ritiro a Lorica, la Vibonese mette a segno il primo vero colpo dell’estate in attesa di completare una rosa che potrebbe perdere anche alcuni tasselli fondamentali. (redazione@corrierecal.it)
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