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Sanità privata, oggi sit in a Cosenza. Russo: «Una battaglia sacrosanta»
Alla base della protesta, il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da più di 14 anni. Il Segretario generale di Cisl Calabria, Russo: «È tempo di riconoscere loro gli stessi diritti…
Pubblicato il: 24/08/2020 – 12:40
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COSENZA Sit in di protesta, questa mattina, in piazza Prefettura a Cosenza. A manifestare e’ stato il personale delle strutture sanitarie private che operano in regime di convenzione e con fondi pubblici. I lavoratori protestano perché non vengono loro riconosciuti gli stessi diritti e lo stesso trattamento giuridico ed economico del personale impegnato nelle strutture pubbliche. Il presidio di Cosenza e’ stato organizzato dalle federazioni provinciali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Alla base della protesta, il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da più di 14 anni. Il prossimo 31 agosto in tutta la regione, si terranno assemblee e presi’di in tutte le strutture private Aiop e Aris e a settembre e’ in programma anche una giornata di sciopero nazionale.
«CONTRATTO SCADUTO DA 14 ANNI» «È una battaglia sacrosanta. È assurdo – afferma in una nota Tonino Russo, Segretario generale di Cisl Calabria – che, a causa dell’ostinato rifiuto di firmare da parte delle associazioni dei privati Aiop e Aris , si debba manifestare per il rinnovo di un CCNL scaduto da 14 anni, per il quale è stata già siglata, il 10 giugno scorso, una pre-intesa. È tempo che al personale delle strutture sanitarie private, le quali – ricordiamo – operano in regime di convenzione e con fondi pubblici, siano riconosciuti gli stessi diritti, lo stesso trattamento giuridico ed economico del personale impegnato nelle strutture pubbliche. È tempo, dopo l’enorme sforzo sostenuto dai lavoratori della Sanità nella fase dell’emergenza Covid-19, un’emergenza che si è scaricata, come purtroppo sappiamo bene, anche sulle strutture private, di garantire all’interno di queste realtà gli stessi diritti esistenti in quelle pubbliche». «È tempo – sottolinea con forza il Segretario generale della Cisl calabrese – di riconsiderare gli accreditamenti laddove non siano rispettate le norme contrattuali, laddove non sia garantita l’agibilità delle rappresentanze organizzate dei lavoratori, laddove non sia chiaro quali tipologie contrattuali siano applicate».
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