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"Imponimento", cade l'accusa dell'aggravante mafiosa per il figlio di Rocco Anello

L’imprenditore Francescoantonio Anello rimane in carcere per gli altri capi di imputazione ma il Tdl esclude l’associazione a delinquere di stampo mafioso

Pubblicato il: 02/09/2020 – 17:18
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"Imponimento", cade l'accusa dell'aggravante mafiosa per il figlio di Rocco Anello
CATANZARO All’esito della discussione il Tribunale del Riesame di Catanzaro, nella persona del Presidente Giuseppe Valea, in accoglimento delle argomentazioni prospettate dagli avvocati Sergio Rotundo e Giuseppe Torchia con provvedimento del 28 agosto 2020 il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha parzialmente annullato l’ordinanza emessa nei confronti dell’imprenditore Francescantonio Anello dal gip presso il Tribunale di Catanzaro con eplicito  riferimento al reato di associazione ex art. 416 bis c.p. ed ai reati di estorsione escludendo per gli stessi l’aggravante ex art. 416 bis. 1 c.p. nei confronti del Sig. Anello, accusato di essere partecipe  dell’ipotizzata associazione per delinquere di stampo mafioso Anello-Fruci. Il 30enne di Filadelfia, figlio di Rocco Anello, coinvolto nell’operazione “Imponimento” condotta dalla Dda di Catanzaro, rimane detenuto presso la Casa circondariale di Siano in quanto resta confermata l’ordinanza cautelare  per gli altri capi di imputazione. I procuratori manifestano comunque apprezzamento per la circostanza che il collegio del riesame abbia condiviso le ragioni argomentate dirette all’esclusione dell’associazione per delinquere e dell’aggravante di mafia ex art. 416 bis. 1 c.p.
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