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Nulla di fatto per il processo sull'Alaco: i reati sono prescritti

Decisione del Tribunale di Vibo Valentia nel procedimento “Acqua sporca”. Nel 2012 il sequestro dell’invaso gestito da Sorical, che manda acqua a 88 Comuni. L’avvocato di Sorical: «I problemi erano n…

Pubblicato il: 11/09/2020 – 13:54
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Nulla di fatto per il processo sull'Alaco: i reati sono prescritti
VIBO VALENTIA È finita in un nulla di fatto una delle inchieste più importanti condotte negli ultimi anni nel Vibonese. Dopo anni di indagini prima del rinvio a giudizio e un inizio del processo quanto meno accidentato (per via, tra l’altro, di quattro rinvii dell’udienza preliminare), per gli imputati del procedimento “Acqua sporca” è intervenuta la prescrizione, dichiarata d’ufficio dal collegio giudicante. Alcuni degli imputati, tra i quali Sergio Abramo, hanno fatto sapere che i propri legali avrebbero chiesto di non avvalersi della prescrizione, ma la decisione del Tribunale di Vibo Valentia non ha reso possibile avanzare l’istanza. Il processo è scaturito dall’indagine dei carabinieri del Nas di Catanzaro, del Reparto operativo di Vibo e del Corpo forestale dello Stato che ha portato, il 17 maggio 2012, al sequestro dell’invaso dell’Alaco, un bacino artificiale gestito da Sorical che manda acqua a 88 Comuni, per lo più nella provincia di Vibo ma anche nel Catanzarese e nel Reggino. Gli imputati erano accusati a vario titolo di avvelenamento colposo di acque, omissione di atti d’ufficio, interruzione di un servizio di pubblica utilità e inadempimento di contratti di pubbliche forniture, ma solo quest’ultimo reato secondo la pubblica accusa sarebbe proseguito fino all’attualità. Tutte le altre contestazioni, invece, quasi certamente finiranno in prescrizione. La prescrizione è, dunque, intervenuta per: Sergio Abramo, ex presidente della Sorical ed attuale sindaco di Catanzaro; Giuseppe Camo, presidente pro tempore del Cda Sorical; Maurizio Del Re, amministratore delegato Sorical; Sergio De Marco, direttore generale tecnico Sorical; Giulio Ricciuto, responsabile del compartimento area centro e degli impianti di potabilizzazione; Ernaldo Antonio Biondi, responsabile per la zona di Vibo; Vincenzo Pisani, addetto al servizio interno analisi di laboratorio e processi di trattamento delle acque; Massimiliano Fortuna; Pietro Lagadari (assistente ai lavori di manutenzione della Sorical); Domenico Lagadari (operaio generico della Sorical); Fabio Pisani, responsabile pro tempore dell’ufficio tecnico del Comune di Serra San Bruno; Roberto Camillen, responsabile pro tempore del settore manutentivo del comune di Serra; Francesco Catricalà, dirigente dell’unità operativa igiene, alimenti e nutrizione del distretto dell’Asp di Soverato; Fortunato Carnovale, dirigente dell’unità operativa igiene della nutrizione dell’Asp di Vibo; Rosanna Maida, dirigente del servizio Attività territoriale e prevenzione e promozione della salute del settore Area-Lea, Domenico Criniti, all’epoca dei fatti sindaco di Santa Caterina dello Ionio. Sergio De Marco è stato il primo a commentare sui social la notizia della prescrizione, sottolineando che arriva «dieci anni dopo i presunti fatti e oltre 15mila analisi che tutti i giorni hanno sistematicamente smentito le tesi dell’accusa e i vertici dell’Istituto superiore di Sanità che hanno smontato il castello parola per parola». Anche l’avvocato Luigi Chiappero, difensore di Sorical, sottolinea che «il processo stava accertando che l’acqua fornita dalla Sorical era ottima e che i problemi erano nelle reti comunali».
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