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Il No "accetta" la sconfitta: «Correlazione tra il consenso al Sì e il disagio in Calabria»

Il portavoce del Coordinamento referendario contrario al taglio dei parlamentari commenta il risultato: «Battuti da avversari soverchianti per numero e mezzi. Ridotti gli spazi di democrazia»

Pubblicato il: 21/09/2020 – 21:31
Il No "accetta" la sconfitta: «Correlazione tra il consenso al Sì e il disagio in Calabria»

COSENZA «Il risultato della consultazione referendaria sulla modifica costituzionale per il taglio dei parlamentari è ormai consolidato. Il sovrano si è espresso e si è espresso per il sì». Lo afferma Silvio Gambino, portavoce del Coordinamento calabrese referendari per il no al taglio dei parlamentari. «Gli italiani – sostiene Gambino – hanno confermato la scelta, fatta da quasi tutti i partiti rappresentati in Parlamento, di ridurre il numero dei parlamentari e, con esso, i gradi di libertà della democrazia rappresentativa. Come Coordinamento calabrese dei referendari per il no accogliamo il risultato con la consapevolezza di chi sapeva di combattere contro uno schieramento avversario soverchiante per numero e mezzi. Osserviamo una certa correlazione tra il consenso al Sì e lo stato di disagio delle nostre comunità locali. Basti dire – rileva il portavoce del coordinamento calabrese del no – che le quattro maggiori contribuenti alla causa del Si sono state le province che occupano gli ultimi 4 posti nelle classifiche tra le province italiane. Nelle prossime settimane dovremo studiare meglio i dati elettorali ed estrarre le giuste informazioni. Voglio ringraziare quanti ci hanno seguito in questa bella battaglia referendaria, in cui ci siamo spesi senza risparmiarci mai. Donne e uomini di estrazione diversa, appartenenza diversa, si sono incontrati con un solo scopo: difendere la rappresentanza democratica da quello che c’è subito apparso un grave furto di democrazia». Gambino conclude: «Il Coordinamento dei Referendari per il no esce sconfitto ma non vinto e, anzi, nei prossimi giorni tornerà a riflettere comunemente sullo stato di salute della nostra democrazia e, con la giusta meditazione e se troveremo la stessa convergenza che abbiamo sperimentato negli ultimi 30 giorni, magari riprenderà il suo cammino con maggiore convinzione e più forte determinazione».

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