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Nuovo decreto sicurezza, Lucano non si fida: «Salvini sconfitto ma non basta»

L’ex sindaco di Riace commenta la decisione del governo di mandare in soffitta i provvedimenti del leader leghista: «Superarli è un primo passo, ma non so se c’è una vera apertura»

Pubblicato il: 07/10/2020 – 0:08
Nuovo decreto sicurezza, Lucano non si fida: «Salvini sconfitto ma non basta»

«I decreti Salvini erano anticostituzionali. Che siano stati superati è un passo avanti ma probabilmente non basta. Non riesco nemmeno a immagine come sia stato possibile concepire un progetto immigrazione basato su quelle norme salviniane, a mio avviso disumane che non hanno niente a che vedere con i diritti delle persone e l’accoglienza diffusa». Così l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano commenta all’Adnkronos il nuovo decreto immigrazione e sicurezza che manda in soffitta i decreti varati dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Non ho letto ancora il testo del nuovo decreto. Non so se sia una vera apertura, sicuramente oggi una sconfitta per chi volle norme disumane a danno dei più vulnerabili. Da questo piccolo luogo che è Riace è nata una idea che poteva essere spunto per un modello di accoglienza, una soluzione possibile e umana. Abbiamo indicato una strada, siamo stati dei pionieri. Per quell’idea, realizzata in un piccolo borgo che con il recupero, il ripopolamento, ha rivisto “luce”, io mi sono ritrovato a pagarne direttamente le conseguenze. Punito proprio come un “fuorilegge”» dice l’ex sindaco di Riace citando il titolo del suo libro. «Oggi Riace – continua Lucano – vive un dramma perché le famiglie che vivono nel “Villaggio Globale” non hanno nemmeno il latte per i propri bambini. Sono andato io stesso a scaricare il camion del Banco Alimentare. Non ci sono più fondi perché, almeno formalmente, si è voluto smantellare un progetto. Nonostante ciò, noi non abbiamo smesso. Non ci siamo mai tirati indietro: a Riace l’accoglienza non è stata mai interrotta. Perché l’idea di una convivenza pacifica tra esseri umani non si può spazzare via con due decreti. Noi resistiamo».

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