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Cotticelli si dimette: «Non ci sto a fare il capro espiatorio. Contro di me menti raffinate»

Il Commissario al Piano di rientro annuncia l’addio dopo l’ultima riunione del Tavolo Adduce e i contrasti sul Piano operativo anti Covid. Lascia anche la vice Crocco. Lunedì incontro con il minist…

Pubblicato il: 10/10/2020 – 15:22
Cotticelli si dimette: «Non ci sto a fare il capro espiatorio. Contro di me menti raffinate»

CATANZARO «Dopo 2 anni di lavoro, non ci sto a diventare il capro espiatorio di situazioni a me non addebitali, adesso basta, siamo arrivati al punto di non ritorno». Lo ha detto il Commissario per la sanità della Regione Calabria, Saverio Cotticelli, annunciando le sue dimissioni e quelle della sua vice, Maria Crocco.
A dare notizia delle annunciate dimissioni, che arrivano dopo l’ennesima travagliata riunione (con “bocciatura”) del Tavolo Adduce, di Cotticelli è stato un servizio della Tgr Rai della Calabria.
Lunedì, a Roma, Cotticelli incontrerà il Ministro della Salute, Roberto Speranza, per formalizzare la decisione ma anche per dire la sua verità sullo stato del settore in Calabria.
«Gli illustrerò un quadro gravissimo – ha aggiunto Cotticelli – che definisce gli attacchi nei confronti della struttura commissariale intollerabili e frutto di menti raffinate».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, inducendo Cotticelli alle dimissioni, è stata l’ultima seduta del tavolo interministeriale che vigila sulla situazione economica del comparto. Una riunione, divisa in due giornate, che è diventata, ha riferito il servizio mandato in onda dalla Tgr Calabria, quasi una sorta di interrogatorio in videoconferenza nei confronti di Cotticelli e Crocco. Il primo contrasto sarebbe sorto proprio sulle competenze per la gestione dell’emergenza Coronavirus. Davanti alla contestazione del mancato invio, dalla Calabria, del programma operativo anti Covid, Cotticelli avrebbe scaricato le responsabilità sulla Regione. Ma avrebbe trovato una ferma opposizione da parte dei ministeri affiancanti che avrebbero, in sostanza, accusato il generale e la sua vice di non aver portato a termine un compito che, per competenza sarebbe spettato a loro. Da quel momento sarebbero iniziate «otto ore in cui i tecnici dei ministeri della Salute e dell’Economia – si è aggiunto – hanno sottolineato ritardi e inadempienze, esprimendo un giudizio sostanzialmente negativo. Di cifre ufficiali, al momento, non ce ne sono, ma il disavanzo sarebbe sopra i 200 milioni di euro, coperto solo in parte dall’inasprimento delle addizionali Irap e Irpef».

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