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Dirigenti tuttofare e promozioni "in famiglia". Gli strani atti del Comune di Corigliano Rossano

La funzionaria che “prende atto” di aver fatto qualcosa che doveva fare e l’incarico affidato alla madre del sindaco. Sull’albo pretorio atti legittimi ma discutibili sul piano dell’opportunità. Le…

Pubblicato il: 08/11/2020 – 14:36
Dirigenti tuttofare e promozioni "in famiglia". Gli strani atti del Comune di Corigliano Rossano

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Nelle fasi embrionali della nascita di una nuova città, con una nuova – e alle prime armi – amministrazione, può accadere che l’apparato burocratico passato di sindaco in sindaco negli anni e oggi “fuso”, possa non essere perfetto. Ma a dare uno sguardo all’albo pretorio del comune di Corigliano Rossano, sembra si navighi a vista, mentre ognuno fa quel che gli pare, a quanto sembra, senza alcun controllo.
Ed allora capita, ancora, di leggere atti promulgati legittimamente – ci mancherebbe altro – ma discutibili sotto il profilo dell’opportunità. Oppure che una funzionaria “prenda atto” di aver fatto qualcosa che doveva fare mentre adesso ne chiede specifiche responsabilità, quindi pagamenti extra a posteriori. Ma anche che un dirigente tecnico, già svuotato dei suoi “poteri” da un sindaco che presto lo revocherà – se ne parla da quest’estate – affidi incarichi legali, nonostante siano compiti che spettano al dirigente degli affari legali, sentita l’Amministrazione.
Delle tre, l’una: nessuno controlla, nessuno sa nulla o si fa finta di non sapere? Sarà, di certo da qualche tempo diversi atti stanno abituando a presentare interrogativi etici, morali ed anche politici, se capita che di mezzo vi sia, per esempio, la madre del sindaco.
Certamente particolare è una determinazione dirigenziale avete ad oggetto la «presa d’atto di mansioni di responsabilità d’ufficio, in assenza di posizione organizzativa della dipendente Lina Cetera». Nel testo si legge «di prendere atto che la dipendente Lina Cetera, Cat. giuridica D3, posizione economica D4, dal 10 ottobre2019 al 19 ottobre 2020 ha svolto mansioni di Responsabile del Servizio Gestione Giuridica del Personale, senza incarico di posizione organizzativa attesa la riorganizzazione della macrostruttura dell’Ente e la conseguente reistituzione delle stesse». Verrebbe da chiedersi se la funzionaria si autoincarica della funzione o le viene attribuita. In questo secondo caso l’atto comunale potrebbe servire per “prendere atto” di nulla. Sta di fatto che dal 20 ottobre 2020 la dipendente risulta incaricata di posizione organizzativa del Servizio Gestione Giuridica del Personale mentre le responsabilità invocate non si contabilizzano in sanatoria a meno di incorrere in danno erariale.
La funzionaria, peraltro, firma come responsabile del procedimento e scrive: «La presente determinazione viene trasmessa alla dipendente (sé medesima, ndr), al Signor Sindaco, nonché agli uffici di competenza». Insomma a voler volgere uno sguardo fra i documenti pubblici e pubblicati, potrebbe dedursi una navigazione a vista fra i meandri comunali.
Altrettanto discutibile risulta la determinazione del dirigente Francesco Amica. Già spinto alle dimissioni dal sindaco che ne ha contestato l’operato nei mesi scorsi, in procinto di essere revocato ma a quanto pare ancora al suo posto, il dirigente del settore ambiente ed energia sembra andare oltre le sue stesse prerogative. Infatti con determinazione a sua firma conferisce – come dirigente e come responsabile unico del procedimento – un incarico professionale ad un avvocato del Foro di Cosenza, alla rappresentanza e difesa dell’Ente nella fase di merito relativa ad un giudizio incardinato al Tar Calabria. L’ingegnere responsabile di settori tecnici conferisce incarichi legali e scrive: «Il dirigente (lui medesimo), vista la proposta che precede, formulata dal Responsabile del Procedimento… (sempre lui medesimo); considerato che se ne condividono i presupposti di fatto e di diritto…; ritenuto di dover accogliere detta proposta (sempre la sua) e determinare di conseguenza, determina di accogliere integralmente la proposta del responsabile del procedimento». Ovvio che un atto del genere, oltre a suscitare simpatia, dimostra come la navigazione a vista comporti rischi di questa natura.
Infine, last but not least, l’albo pretorio riserva anche una specifica responsabilità assegnata dal segretario comunale Paolo Lo Moro alla ragioniera Lidia Gradilone (ma anche all’intero staff dell’ufficio personale), incaricata di occuparsi, oltre al suo ruolo di impiegata, anche della mole di concorsi in itinere. Sulla questione molto veleno è stato riversato sui social perché la signora Gradilone è la madre del primo cittadino.
«UN JEANS E UNA MAGLIETTA» Sulla questione è intervenuta parte dell’opposizione consiliare. Vincenzo Scarcello, Raffaele Vulcano e Gennaro Scorza dell’Udc e Adele Olivo del Coraggio di cambiare in una nota definiscono il sindaco «imberbe», un «giovanotto scanzonato che in jeans e maglietta e con la chitarra in mano un giorno si è ritrovato a governare, di punto in bianco, una città grande e complessa». Partono da questa introduzione per riferire di «Nerone e Agrippina». «Non mettiamo in discussione le qualità professionali della signora Gradilone – sostengono – ma evidenziamo e denunciamo un macroscopico conflitto di interessi nell’amministrazione della cosa pubblica. Intollerabile e inammissibile. Nel quale non possiamo non evidenziare anche la colpevole correità del segretario comunale che, ormai, sembra essere diventato un sottoposto alle scelte dell’Amministrazione comunale». Ne fanno, dunque, una questione di democrazia e trasparenza nella gestione della cosa pubblica. «Non vogliamo immaginare che clima si respiri oggi tra i dipendenti comunali – aggiungono i consigliere comunali di opposizione – e tra gli stessi componenti della squadra di governo data la presenza di una mamma super-potente e crediamo anche invadente che ha occhi e bocca su tutto quello che accade all’interno delle stanze del municipio. Così non va assolutamente bene. Ma ci chiediamo anche, a questo punto, a cosa servano gli assessori se il primo cittadino si è creata la sua coorte. Sciolga la Giunta, il sindaco, e nomini, giusto per dovere statutario e di legge, due assessori, tanto gli altri non gli servono a nulla. Dispiace che di fronte a questi siffatti, macroscopici e inquietanti soprusi la Maggioranza stia zitta e muta, assorba in silenzio. Il ruolo del vicesindaco in questa città, qual è? È possibile che la sua figura sia relegata ad un titolo che poi nei fatti non ha alcun valore? Ma un po’ di dignità».
Ad ogni modo, comunque si tratta di un atto legittimo, quello che contempla anche “ritocco” in busta paga quando sarà. Forse solo inopportuno ed eticamente discutibile. Contento lui. (l.latella@corrierecal.it)

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