REGGIO CALABRIA «Dalla padella alla brace. Dal generale cinquestelle che non sa nulla di sanità e chiede aiuto alla “signora Maria” al comunista amico di Bersani secondo cui “le mascherine non servono ad un c…” (qui la nota in cui Zuccatelli corregge quell’affermazione) e ci si infetta solo “se ci si bacia con la lingua in bocca per quindici minuti”. Povera Italia, povera Calabria, in che mani sei caduta».
È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini che soggiunge: «Dopo il grottesco show televisivo di Cotticelli, ci si aspettava una nomina di alto profilo, sganciata dalle logiche di partito e invece il ministro della salute Speranza, pupillo di Bersani, ha pensato bene di affidare i pieni poteri sulla sanità calabrese ad un cosiddetto “esperto” che nel curriculum può vantare solo la tessera di Liberi e Uguali. Una vergogna senza fine. Speranza doveva dimettersi perché il generale Cotticelli, nella sua disarmante ingenuità, ha ammesso che il Ministero non ha fatto nulla per predisporre il Piano anti Covid per la Calabria, facendo passare addirittura due mesi per un parere. Per colpa di Speranza e del “suo” commissario Cotticelli, la Calabria è stata lasciata senza difese, senza il Piano anticovid, senza soldi (non si ha notizia di dove siano finiti 70 milioni di euro). Ma da oggi possiamo stare tranquilli. In Calabria, anche se siamo Zona Rossa, possiamo passeggiare senza mascherine, l’importante è che non ci si baci per più di 15 minuti. Al resto ci penserà il candidato di Liberi e Uguali nel collegio della Camera di Cesena, sì proprio quello che ha bocciato la proposta, ampiamente condivisa, di realizzare un centro anticovid nel padiglione di Villa Bianca a Catanzaro».
«Ora più che mai – conclude il presidente del Consiglio regionale – mi convinco che dobbiamo alzare le barricate, che dobbiamo reagire con l’orgoglio di cui noi calabresi siamo capaci, a questi atti brutali, compiuti da un Governo inetto ed incapace che sta portando l’Italia verso il baratro e che guarda alla Calabria solo come una terra dove piazzare vecchie cariatidi funzionali al sistema politico e affaristico della sinistra del nord Italia».
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