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Sanità, Legacoop a Longo: «Tutelare i più deboli»

Il presidente dell’organizzazione si rivolge al neo commissario evidenziando tra l’altro «la drammatica situazione della psichiatria nell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria»

Pubblicato il: 02/12/2020 – 9:30
Sanità, Legacoop a Longo: «Tutelare i più deboli»

CATANZARO «L’insediamento del nuovo commissario ad acta per il piano di rientro in sanità, il prefetto Guido Longo, al quale va il nostro più sentito buon lavoro, chiude questo capitolo triste della storia della nostra regione. Per quasi un mese siamo stati ancora una volta agli onori delle cronache a causa dell’incompetenza, del basso profilo e delle discutibili capacità di una classe dirigente che il proprio discutibile operato ha ferito la dignità dei calabresi. Non possiamo che sperare in una nuova pagina, più efficiente e trasparente prima di tutto, nella gestione della sanità in Calabria. E soprattutto, che non venga dimenticato nessuno, soprattutto anziani, minori, disabili: le fasce deboli tutte vanno più che mai tutelati protetti e prima ancora ricordati». Lo afferma Lorenzo Sibio, presidente di Legacoop Calabria e responsabile regionale del settore Legacoop Sociali. «Purtroppo in tante circostanze e realtà riscontriamo ancorala la totale assenza delle istituzioni preposte rispetto a denunce oramai datate e ripetute nel tempo. Un esempio per tutti: l’attuale situazione della psichiatria nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. Da anni costantemente denunciata e tenuta irrisolta – si legge ancora nella nota di Lorenzo Sibio – Un settore in cui la cooperazione sociale chiede di essere riconosciuta per il lavoro trentennale svolto e per le risposte che riesce a dare ad una domanda di bisogno, quello del disagio psichiatrico, sempre più in crescita che affligge intere famiglie e che l’attuale sistema “commissariale” sta portando allo sfascio e definitiva scomparsa.Da anni assistiamo nel campo della salute mentale, ad un ’impoverimento dei servizi, la loro riduzione ed accorpamento, la carenza del personale, tanto da essere messi oggi in coda alla lista delle priorità di salute. Paghiamo oggi noi tutti, utenti , famiglie e cooperatori lo scotto di tante gestioni commissariali comprese quelle dell’Azienda Sanitaria provinciale n. 5, assenti e non prive di responsabilità.Occorre agire immediatamente. Occorre avere il coraggio di fare delle scelte e non lasciare irrisolte le questioni. E’ da irresponsabili sapere che dal 2015 nell’intero territorio dell’azienda sanitaria reggina sono bloccati i ricoveri presso le strutture psichiatriche, strutture che ancora oggi fanno capo alla stessa Asp cui detiene la titolarità sanitaria e che si è costretti ad inviare i ricoveri fuori provincia o regione, scaricando sulle famiglie ulteriori oneri e sacrifici». Secondo Sibio «è di una vergogna inaudita continuare ad elemosinare richieste di incontri per risolvere questioni oramai datate quale quelle delle due cooperative sociali Futura ed Humanitas – sostiene ancora il responsabile Legacoop Sociali – costrette a farsi carico della totale gestione dei servizi (ad oggi pubblici) ricevendo solo il 40% della retta di degenza. Il tutto fuori da ogni contesto normativo e senza alcun interesse di chi per compito istituzionale, ruolo e funzioni, è chiamato a verificare e risolvere». «Ci appelliamo a quel senso di responsabilità che è dovuta nel gestire la cosa pubblica e pagare, come capita a noi cooperatori, a proprie spese se incorriamo in errori di cattiva o mala gestione. Solo cosi forse chi oggi amministra starà molto attento a usare comportamenti omissivi, per lasciare irrisolti problemi ritenuti erroneamente ultimi e meno urgenti. Questo è ciò che sta accadendo nel caso in specie delle due cooperative Futura ed Humanitas, con le conseguenze che a pagare sono le famiglie dei Soci lavoratori costretti a rinunciare al regolare pagamento degli stipendi pur di continuare a lavorare e tenere in vita dei servizi essenziali e necessari.Lo stesso dicasi nel campo e delle cure domiciliari dove la sospensione degli affidamenti dei servizi alle cooperative impegnate ha lasciato senza cura al proprio domicilio la stragrande maggioranza degli utenti aventi diritto”.– conclude Lorenzo Sibio -. Chiediamo allora correttezza istituzionale, trasparenza, legalità, giustizia e senso di responsabilità. E’ arrivato il momento».

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