«Una zona gialla… di controsensi»

Da domenica dovremmo diventare zona gialla. Il condizionale è d’obbligo, almeno fino a quando non avremmo notizie ufficiali da parte del Governo. L’eventuale cambio di “colore”, potrà comunque portare un po’ di ossigeno per il nostro tessuto sociale ed economico, anche se tanti sono i settori che continueranno ad affrontare le difficoltà di una crisi, che diventa ogni giorno più preoccupanti. Tra questi, ci sono sicuramente i ristoranti, le pizzerie, i pub e quelle attività commerciali, che operano anche e soprattutto nelle ore serali. Diventare zona gialla, significa, infatti, apertura di ristoranti, bar, pizzerie, ecc., dalle ore 5 alle ore 18. Dalle 18 in poi, come succede ora, potranno essere garantiti soltanto l’asporto e la consegna a domicilio. È oltretutto ovvio, che gli incassi di un’attività commerciale non saranno mai gli stessi, rispetto all’apertura o all’asporto ed alla consegna a domicilio. Non a caso, abbiamo sempre più testimonianze di ristoranti, pizzerie, bar e pub costretti a licenziare personale e, nel peggiore dei casi, ad abbassare le saracinesche. Un paradosso, se si pensa anche all’obbligo, che queste attività si sono viste imporre per mettere in sicurezza ed a norma i propri locali. Ci troviamo di fronte ad un settore, che più di altri sta subendo le decisioni assunte tramite i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. E non possiamo far finta di nulla. Penso che la nostra deputazione ed il Governo regionale, debbano prendere a cuore le istanze che, copiose, arrivano dal mondo della ristorazione. Serve agire con logica e responsabilità, correggendo storture così evidenti, che continuare a perpetrarle sarebbe da mente diabolica. Lancio dunque un appello accorato, affinché si intervenga e si porti a ragionare il Governo. Tante altre saracinesche rischiano di non alzarsi più e questo va evitato, ascoltando le soluzioni, che le organizzazioni di categoria hanno pure pensato ed elaborato.