Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 8:33
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

«Attenti alla "creatività" sulla data delle elezioni»

di Ettore Jorio*

Pubblicato il: 28/12/2020 – 7:15
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
«Attenti alla "creatività" sulla data delle elezioni»
Certo è che le elezioni regionali in Calabria devono essere celebrate. E il più presto possibile. Non è concepibile che, in una regione come la nostra assetata di tutto, non venga velocemente ripristinata la politica al suo governo, quella scelta incondizionatamente dagli elettori. Un dovere ineludibile indispensabile per esercitare la straordinaria amministrazione (oggi piegata a quella ordinaria, ancorché sotto diversi aspetti violata!), indispensabile per cambiare le regole di vita burocratica e ingranare finalmente la marcia favorevole a dare inizio alle danze della rinascita. Accade però che anziché curare le anzidette manifestazioni di «pregiata danza democratica» dalle quali fare ripartire Calabria, si privilegia la competizione tra le date ballerine. L’andirivieni di quegli appuntamenti con le urne – posti a valle di quello fissato per il 14 febbraio 2021 dal presidente Spirlì (dpgr n. 135 del 30 novembre 2020) – è sintomatico di uno sfrenato desiderio di chi è più debole elettoralmente. Di guadagnare, così, tempo e spazi di consenso rispetto al possibile competitor che si presume essere più accreditato. Ok al termine legale del 14 febbraio Al riguardo, occorre considerare che il termine fissato del 14 febbraio altro non è che la domenica successiva al termine massimo consentito dalle disposizioni vigenti all’atto della scomparsa della presidente Santelli. Per altri versi, rappresenta quello minimo sancito dalla sopravvenuta (non tanto perché già vigente all’epoca della scelta) disposizione contenuta nell’art. 8 del decreto Calabria (d.lgs. 150/2020 del 10 novembre 2020 oggi in conversione). Un assunto che consentirebbe, per l’appunto, il discrezionale slittamento di ulteriori sessanta giorni. Attenzione alla creatività Ed è qui che nasce il problema. E’ nell’aria l’esigenza politica di fare slittare la data delle elezioni. Di rinviarle, lasciando intendere che il giorno di San Valentino sia inadatto a celebrarle a causa dell’epidemia in atto. Ebbene, una siffatta opzione, se esercitata, costituirebbe un grave vulnus all’esercizio libero e democratico del voto e, con essa, una palese violazione alle prescrizioni costituzionali. Prioritariamente, dell’art. 48. In quanto tale, la volontà di scegliere date ad essa alternative – oltre che ad imporre un pernicioso prolungamento della limitazione di esercizio dei poteri spettanti al Presidente ff e alla Giunta in carica, consentiti (giova ripeterlo) solo per attendere all’ ordinaria amministrazione – rappresenterebbe il tentativo di posizionare a piacimento il giorno della raccolta nel consenso popolare. Con questo, di determinarlo nell’arco di tempo più favorevole ad assumerlo. Potrebbe passare per selezione degli elettori Mi spiego meglio. Tenuto conto della scansione prefissata di esecuzione della campagna vaccinale ancora all’inizio, il decisore pubblico – esercitando un tanto discutibile suo potere – potrebbe decidere di posizionare l’esercizio del voto a suo esclusivo piacimento e interesse. Con questo di determinarne la maggiore affluenza, in relazione alle categorie via via già sottoposte al vaccino. Così facendo potrebbe arrivare, ancorché in via indiretta, a rendersi edotto e, dunque, a godere dell’espressione del voto dei ceti selezionati. Di quelli vaccinati, scelti di certo non per ordine alfabetico, rispetto a chi sarebbe invece destinato a vaccinazioni più tardive e, quindi, non propriamente attratto dalla confusione delle urne. Invero, l’esercizio del voto potrebbe, a mente dell’anzidetto articolo del D.L. Calabria, essere differito massimo alla domenica successiva al 15 aprile, nel mentre le operazioni di vaccinazione si protrarrebbero, verosimilmente, a fine autunno 2021. Un disallineamento temporale che comporterebbe una molto consistente assenza dal voto e una concentrazione della campagna elettorale mirata sulle categorie vaccinate. Le conseguenze potrebbero essere dolorose e amare Di guisa, si avrebbe in Calabria – da una parte – una ulteriore naturale disaffezione generale degli elettori “impauriti” e – dall’altra – una concentrazione di «messaggi» elettorali indirizzati su un numero e su identità ben identificabili di cittadini. Un metodo che non sarebbe affatto la migliore espressione di garanzia da esercitarsi nella chiamata al voto che dovrebbe rintracciare la sua migliore caratteristica in quell’universalità che verrebbe lesa dalle incertezze determinate dall’assenza di quel vaccino che peraltro si ostenta, giustamente, a promuovere come salvavita. Dunque, esprimendo in questa sede eccezioni di incostituzionalità sull’anzidetto art. 8 del D.L. 150/2020 (che peraltro interesserebbe gli eventi/causa del 2020 e non quelli del 2021 che seguirebbero altre modalità!), sarebbero da ritenersi gravi gli intenti di volere differire il termine del voto del 14 febbraio 2020, perché stabilito ex lege e non già da volontà che potrebbero sottintendere pericolose selezioni indirette dell’elettorato attivo. Un pericolo temuto che, nel caso di ogni diversa data che dovesse essere fissata, nell’ipotesi di una verosimile impugnazione della legge in via incidentale da ogni perdente, potrebbe mettere in forse la legittima formazione dell’espressione del voto intervenuto.

*docente Unical

Argomenti
Categorie collegate

x

x