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Giustiziato per una relazione extraconiugale: 6 arresti per il delitto Belsito a Pizzo – NOMI E VIDEO

Il pentito Andrea Mantella racconta l’assassinio avvenuto nel marzo 2004 in via nazionale. L’accordo stretto con il clan Bonavota e lo scambio di uomini tra i due gruppi

Pubblicato il: 14/01/2021 – 12:07
Giustiziato per una relazione extraconiugale: 6 arresti per il delitto Belsito a Pizzo – NOMI E VIDEO

VIBO VALENTIA Sette arresti (per sei dei quali è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare) sono stati disposti dalla Dda di Catanzaro per l’omicidio di Domenico Belsito, ucciso il 18 marzo del 2004 a Pizzo Calabro lungo la via Nazionale. Lo riporta l’Agi. Un delitto ricostruito dai Carabinieri grazie al contributo del collaboratore di giustizia, Andrea Mantella, che con tale omicidio si alleò definitivamente al clan Bonavota di Sant’Onofrio. Fu l’omicidio con il quale Andrea Mantella, allora capo emergente di una nuova realtà criminale che da Vibo Valentia sfidava lo storico potere dei Mancuso di Limbadi e Nicotera, strinse l’alleanza con il clan di Sant’Onofrio. L’omicidio di Domenico Belsito sarebbe stato preceduto da un accordo: uno scambio di uomini fra il gruppo guidato da Andrea Mantella e Francesco Scrugli (all’epoca staccatisi dal clan Lo Bianco di Vibo) e quello dei Bonavota di Sant’Onofrio. Sull’operazione è prevista una conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia.


UCCISO PER UNA RELAZIONE EXTRA CONIUGALE Era la sera del 18 marzo 2004, a Pizzo, quando Belsito, nei pressi di un noto bar, appena sceso dalla sua autovettura è stato raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco, mentre i sicari facevano perdere le loro tracce a bordo di un’autovettura, risultata rubata e rinvenuta, ancora in fiamme, a pochi chilometri di distanza, nei pressi di una masseria. La vittima, dopo alcuni giorni di agonia e nonostante i tentativi disperati dei sanitari dell’Ospedale Civile di Vibo Valentia, è deceduta il successivo 1° aprile. La sentenza di morte era stata eseguita perché il Belsito, appartenente alla locale di Sant’Onofrio e già sposato, avrebbe intrattenuto una relazione extraconiugale con la sorella di un altro affiliato.
Il lavoro investigativo, ricostruito dalla Direzione distrettuale antimafia, nonostante il lungo arco di tempo trascorso dall’efferato evento, che scosse all’epoca la tranquilla cittadina napitina, ha individuato nei vertici della Locale Sant’Onofrio i mandanti e negli elementi dell’emergente gruppo criminale di Andrea Mantella (oggi collaboratore di giustizia) gli esecutori materiali del brutale omicidio, maturato nell’ambito di logiche di scambio, finalizzate a sancire l’alleanza tra i due sodalizi ‘ndranghetistici.
La spedizione di morte, infatti, ha fatto seguito, a pochi giorni di distanza, al raid punitivo eseguito da killer della Locale di Sant’Onofrio presso l’abitazione di Antonio Franzè, classe ’55, rimasto ferito alla spalla destra, da colpi di arma da fuoco e ritenuto colpevole di avere mancato di rispetto a Mantella, sminuendone in città la reputazione. Anche del tentato omicidio, secondo il richiamato provvedimento giudiziario, dovranno rispondere i soli Mantella, Fortuna e Domenico Bonavota.
I NOMI I destinatari dei sei provvedimenti di custodia cautelare emessi dal gip distrettuale di Catanzaro si trovano già in carcere perché coinvolti in diverse inchieste antimafia. L’ordinanza è stata notificata nei confronti dei fratelli Pasquale (attualmente latitante), Nicola e Domenico Bonavota, dei loro luogotenenti Onofrio Barbieri e Francesco Salvatore Fortuna, tutti di Sant’Onofrio, e di Salvatore Mantella, 47 anni di Vibo Valentia.

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