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Bene confiscato a Trebisacce sarà consegnato ai carabinieri

L’immobile ospiterà i militari dell’Arma ed è stato sequestrato a un imprenditore riferimento della cosca Forastefano. Consegna alla presenza di don Ennio Stamile di Libera, nel comando dei carabin…

Pubblicato il: 25/01/2021 – 18:38
Bene confiscato a Trebisacce sarà consegnato ai carabinieri

CORIGLIANO ROSSANO Martedì 26 gennaio, presso il Comando Compagnia dei Carabinieri di Corigliano, alla presenza di don Ennio Stamile, referente regionale Libera Calabria, sarà consegnato un immobile confiscato a Carmine Garone, risultato essere un imprenditore di riferimento della cosca dei Forastefano, imposto quale subappaltatore in lavori pubblici e privati, con il precipuo compito di mettere a disposizione i propri conti correnti al fine di garantire le fluttuazioni di capitale secondo le esigenze finanziarie della consorteria. Una classica operazione, posta in essere dalla consorteria criminale tra le più violente e sanguinarie delle ’ndrine calabresi – fanno sapere dal Coordinamento regionale di Libera – tesa al riciclaggio delle ingenti somme di danaro provenienti da traffico di stupefacenti, usura e racket.
La confisca, è stata disposta a seguito di sentenza del Tribunale di Castrovillari recante n°93 del 2010, parzialmente confermata dalla Corte d’Appello di Catanzaro con sentenza n°614/2011 e divenuta parzialmente definitiva in data 23/06/2013 a seguito di pronuncia della Suprema Corte di Cassazione. L’immobile oggetto di consegna è un appartamento di circa mq 100 posto al primo piano, di un fabbricato composto da tre piani, sito a Trebisacce, e destinato ad alloggio di servizio per l’Arma dei Carabinieri.
«Come Libera Calabria – riferiscono ancora dal coordinamento regionale – salutiamo con profonda soddisfazione l’esito positivo del lungo iter giudiziale che ha visto ancora una volta l’impegno e la tenacia di Antonio Arnoni dell’Agenzia del Demanio di Cosenza. Siamo fortemente persuasi, che occorre accelerare l’iter burocratico amministrativo-giudiziale di tali beni, onde poter consentire un più rapido riutilizzo sociale ed evitare, altresì, il rischio di degrado a volte anche strutturale. Auspichiamo, infine, che i processi presieduti dal Presidente della seconda sezione penale della Corte di Appello di Catanzaro, Marco Petrini, reo confesso di reati di corruzione, e per questo identificato come “giudice aggiusta sentenze”, siano presto sottoposti a revisione. In modo particolare quelli relativi alla restituzione dei beni confiscati».

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