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Smaltimento illecito di sangue, nuovi guai per i Martena

Dopo l’inchiesta “Waste water”, oggi è intervenuta la Dda di Lecce, con le indagini che hanno portato agli arresti domiciliari per Roberto Martena e suo figlio Michele. L’inchiesta riguarda lo smal…

Pubblicato il: 28/01/2021 – 18:48
Smaltimento illecito di sangue, nuovi guai per i Martena

di Alessia Truzzolillo
LATINA
Nuovi guai per la famiglia Martena, titolare della società Ilsap srl che controlla impianti di trasformazione in tutta Italia e ha sede legale a Latina. Dopo l’inchiesta della Procura della Repubblica di Lamezia Terme del 15 gennaio scorso, che ha portato all’operazione “Waste Water” con conseguente sequestro preventivo, per inquinamento ambientale, dell’impianto produttore di biomasse nell’area industriale di Lamezia Terme –  per un valore stimato complessivo di circa 150 milioni di euro, nonché 3 milioni e 330mila euro come profitto del reato –, oggi è toccato intervenire alla Dda di Lecce e le indagini hanno portato agli arresti domiciliari per Roberto Martena e suo figlio Michele. L’inchiesta riguarda lo smaltimento illecito di 1,72 tonnellate di liquido ematico avvenuto tra il 2019 e il 2020.
L’accusa, tra le altre, è quella di concorso in attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Un esempio fra i tanti episodi contesti: in pratica Fabio Leo, Omar Leo e Gianfranco Mingolla, rispettivamente gestore di fatto, amministratori della società O.M.R. redigevano falsi documenti di trasporto di liquido ematico (sangue) animale attraversi sui quali indicavano quale luogo di prelievo del sangue l’azienda agricola “Itria Conigli” di Giovanni Carbotti e come luogo di destinazione l’impianto Ilsap. Il passaggio avveniva solo sulla carta. In realtà, secondo quanto ricostruito dalla Dda di Lecce, il sangue, proveniente da attività di macellazione, non è mai stato trasportato all’impianto ma veniva smaltito illecitamente (per esempio buttato in un pozzo) consentendo alle società un risparmio di denaro e quindi un ingiusto profitto. I carabinieri oggi hanno notificato l’ordine di arresto a Michele Martena, 31 anni, mentre attendono il rientro da Dubai di Roberto Materna, 58 anni, per la notifica della stessa misura cautelare.
I GUAI A LAMEZIA Anche la procura di Lamezia Terme, guidata da Salvatore Curcio aveva chiesto, oltre ai sequestri, gli arresti domiciliari per i fratelli Roberto e Maurizio Martena. Ma la misura custodiale non è stata concessa dal gip. Secondo l’accusa formulata dalla Procura di Lamezia gli scarti del biodiesel «per precise scelte aziendali» prima passavano nelle vasche di ingresso del depuratore e poi finivano, tal quali, nella condotta destinata al depuratore fognario consortile, e in due canaloni che finivano direttamente nel Golfo di Sant’Eufemia. Non solo. Parte degli scarti finiva, nel nudo terreno, tramite una elettropompa sommersa, «una misurabile e significativa compromissione delle acque, dell’ecosistema e della biodiversità delle flora e della fauna marina presente alla Foce del Torrente Turrina, in area naturale sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale, ove il saggio di tossicità, acuto delle acque registrato raggiungeva la soglia del 90-100%». Il reato risulta aggravato nei confronti di Leonardo Angelastri, classe ’83, di Bari, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione della Società Ilsap S.r.l; Roberto Martena, classe ’62, di Roma, in qualità di socio al 33% e consigliere di amministrazione della Ilsap; Maurizio Martena, classe ’65, di Roma, in qualità di socio: al 33% consigliere di amministrazione della Ilsap; Giovanni De Ninno, classe ’59, di Ferrandina (provincia di Matera), in qualità di direttore tecnico della Ilsap; per avere, nelle loro vesti di responsabili della direzione e vigilanza, determinato i dipendenti a commettere il reato. Un inquinamento ambientale che si è protratto dal 2016 al 14 febbraio 2020. Sul nudo terreno dello stabilimento industriale, inoltre, su una superficie di 25mila metri quadri, sono stati depositati rifiuti industriali provenienti dall’impianto. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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